La Passione e la Propaganda. Mel Gibson e La Passione di Cristo

La terza fatica di Mel Gibson nelle vesti di regista, La Passione di Cristo, ha causato del subbuglio ancor prima che cominciassero le riprese. Quando Gibson ha annunciato che avrebbe prodotto di tasca sua un film incentrato sulle ultime 12 ore di Gesù Cristo, in aramaico e latino (e lui non aveva in origine intenzione di aggiungere i sottotitoli), fu accolto da un'ondata di derisione da parte dell'industria cinematografica americana. È stato reso pubblico che Gibson aveva investito 25 milioni di dollari, provenienti dal suo portafoglio personale, e di conseguenza si suggerì che questa era una vera e propria gigantesca scommessa personale. Io da parte mia suggerirei che, avendo ricevuto un ingaggio pari a 25 milioni di dollari per Il patriota, la scommessa non è poi così ingente. Non vorrei mai stimare il patrimonio personale di Gibson, ma ho i miei dubbi che la perdita di 25 milioni di dollari possa lasciare Mel al verde.

Vale anche la pena di prendere in considerazione quel 60% di americani che dichiarano di frequentare regolarmente la chiesa, il che equivale all'incirca a 174 milioni di persone, un potenziale pubblico di tutto rispetto, nei soli Stati Uniti. Si potrebbe insinuare che questa più che una scommessa era un'oculata operazione finanziaria. Certamente ha ripagato le spese: mentre scrivo, La Passione è sugli schermi da 54 giorni, e ha incassato 360 milioni di dollari solamente negli USA, 460 milioni nel resto del mondo. Al momento si è classificato all'ottavo posto nella hit parade dei campioni d'incassi di tutti i tempi negli Stati Uniti, tra Il Signore degli anelli: le due torri e Jurassic Park. Inoltre, come per tutti i film prodotti a Hollywood, esiste tutta una lucrativa serie di gadget ad esso collegati, tipo tazze da caffè, gioielli, portachiavi, cofanetti porta-Bibbia e quadretti incorniciati che riproducono scene del film (alcuni dei quali arrivano a costare fino a 112,50$).

Nel febbraio 2003, alla Lega Anti-Diffamazione (ADL), associazione a diffusione globale per la denuncia e la campagna contro l'antisemitismo, vennero a sapere delle intenzioni di Gibson di girare La Passione e ne furono sconcertati: le rappresentazioni della Passione hanno sempre avuto, storicamente, un ruolo nel riacutizzarsi dell'antisemitismo. Nell'Europa medievale, rappresentazioni della Passione venivano inscenate nei giorni precedenti la Pasqua (allo stesso modo la rappresentazione della Passione di Gibson è uscita sugli schermi il mercoledì delle ceneri) e davano spesso un ritratto degli Ebrei come alleati dei demoni nell'uccisione di Cristo. E non c'è da meravigliarsi che ciò portasse ad un aumento del numero di attacchi perpetrati ai danni degli Ebrei nel periodo pasquale. Nel marzo 2003, Abraham Foxman, il Direttore Nazionale dell'ADL, scrisse, in una lettera aperta indirizzata a Mel Gibson (cui Gibson mai rispose):

Pages: 1 2 3 4