Il funambolo americano. Firewater a colloquio con Three Monkeys Online.

Tod A., bassista, cantante e autore dei Firewater sente delle voci, la propria ineffetti, quando l'eco della chiamata intercontinentale gli restituice i commenti al telefono. “Ragazzi!, è stupefacente! finalmente mi posso rendere conto di quanto sembro cretino!”. Questo è un esempio emblematico della conversazione che avremo nei successivi trenta minuti, che salta dalla politica, alla musica, alla poesia, al cibo ed ai viaggi; le sue risposte sono date con una parlata strascicata e autocanzonatoria, con sprazzi di puro umorismo. In totale contrasto con il personaggio tetro e austero presentato dai suoi testi.

I Firewater sono nati quando i Cop shoot cop , una band con un discreto successo dal punto di vista commerciale, si sciolse. ”Avevo un sacco di canzoni di cui non sapevo che fare. Così ho chiamato un paio di amici che a quel tempo erano in vari gruppi come i Jesus lizard e i Soul coughing, e loro furono così gentili di farmi il favore di venire a suonare. Provammo per due settimane, andammo allo studio e registrammo; così nacque il primo disco dei Firewater [n.d.e.: Get off the cross we need the wood for the fire]. Non ci aspettavamo che scaturisse niente in particolare da questo esercizio, fu una registrazione fatta per noi stessi, con klezmer e ballate da marinai e cavolate del genere. In effetti ebbe un certo successo, così organizzammo un tour, ma nessuno di quelli che avevano suonato con me poteva venire, così misi insieme un’altra band, con amici che avevo incontrato nel frattempo, e questo divenne i Firewater”.

Da allora, hanno inciso altri quattro albums, inclusi i due all’inizio dell’anno The man on the burnin tightrope e Songs we should have written, una collection di covers.

Sono un miscuglio curioso, dove si distinguono diversi tipi di influenze, da Tom Waits e il suo stile burlesco, fino a Mariachi e Tango. Questo eclettismo è accidentale o voluto? “Quando ascolto le canzoni, nella mia testa sento che appartengono tutte al medesimo album. A qualcuno questo pare creare dei problemi, ma i dischi che piacciono a me non seguono lo stesso stile fino alla fine. Mi piacciono i dischi che ti portano in qualche posto. Amo le compilations, ecco forse da dove viene l’ispirazione.” Cosa mi dici riguardo alle influenze musicali? “Di qualsiasi tipo: da Rembétika, che è musica greca dei bassifondi degli anni trenta, sino a Bollywood e al flamenco. Persino certa musica da circo mi piace, anche se qualcuno del gruppo non condivide.” [ride].

Quando gli chiedo quanto la musica circense ha influenzato le sue canzoni, Todd mi risponde malvolentieri “Si, non sono un grande appassionato del circo in sé, ma mi piace la musica circense. Mi piacciono i suoni”. Cosa puoi dirmi delle immagini? C’è un uomo che cammina su di una fune infuocata come titolo [N.d.T.: traduzione letterale del titolo The man on the burning tightrope] per esempio. “Sì, un’altra metafora melodrammatica” . Non si parla di George Bush allora? “Possiamo solo sperare”. [ride].

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