Il funambolo americano. Firewater a colloquio con Three Monkeys Online.

Con una decisione azzardata, hanno fatto seguire ad un album di studio, uno di covers. A parte le implicazioni commerciali disastrose di pubblicare contemporaneamente due albums, vi ha creato dei problemi l’approccio a canzoni classiche come Paint it black o canzoni ancora meno conosciute come Hey bulldog dei Beatles? “Sicuro, è incredibilmente vanitoso e forse molto poco saggio… Come puoi pensare di superare i Beatles? E’ veramente impossibile. Detto questo, si può far tutto. Paint it black non è la dannatissima Monna Lisa, è solo una canzone. Allo stesso tempo è stato spontaneo. Le cose filavano veramente lisce a registrare The man on the burning tightrope, abbiamo fatto quattro o cinque covers tanto per fare, così una volta finita la registrazione abbiamo deciso di andare avanti. Normalmente ci impieghiamo un paio d’anni per pubblicare un album, quindi ci sembrava una buona cosa da fare.”

Come avete scelto la canzoni? ad esempio, perché Paint it black? “Ero i
o quello che voleva fare la canzone e l’abbiamo provata cinque o sei volte, ed è diventata una di quelle canzoni tipo 'Dai proviamola un'altra volta', magari nel cuore della notte,. Sembrava volesse dire qualcosa proprio dei tempi d’oggi [Ride]. Non sono un gran sostenitore del Presidente, come avrai capito”. La politica ha un posto nella musica allora? “ Diavolo! e perché no? Nel nostro caso, tendo sempre ad evitare riferimenti espliciti, perché secondo me, ciò tende a datare una canzone, così giro attorno l’argomento. Dillo senza dire, se ci riesci. Non mi interessa dire: ‘George Bush-il male’, è troppo ovvio”.

I Firewater hanno recentemente aggiunto Israele alle mete del loro Tour, non senza critiche. “Beh , capisci, c’ era qualcuno della stampa che tentava di farne un caso, ma alla fine andò tutto bene. Abbiamo evitato di fare dichiarazioni andando laggiù. Non volevamo certamente andare per supportare il governo israeliano. Tre del gruppo sono di li così era un po’ come andare a casa. Abbiamo partecipato ad un festival di tre giorni ed è stato bello. Abbiamo trovato un sacco di cose interessanti.” Cosa dicono gli altri membri del gruppo: tu sembri un americano scontento del proprio governo, cosa dicono i ragazzi israeliani? “Ecco perché sono qui [in America] [ride]”. La musica riflette la loro visione politica? “La risposta comune di molti israeliani, di questa generazione almeno, è quella di rimanere apolitici, molti hanno tentato di fare qualcosa, ma con la sensazione che le loro voci sono rimaste inascoltate, che non fosse il momento giusto per essere ascoltati. Questi hanno come chiuso gli occhi, e scelto di andare avanti con la loro vita senza essere sepolti dalla situazione. Molti saranno carichi di tensione e pronti per un cambiamento quando il tempo lo permetterà. Sembra che i più anziani abbiano il potere attualmente. Penso che questa generazione si prepari per perfezionare qualcosa, ma è una mia opinione. Se chiedi agli altri ti potranno dire qualcosa di diverso.”

Ora l’onnipresente domanda di Three Monkeys Online Music, cosa pensi degli MP3? Stanno uccidendo la musica? “ No gli MP3 stanno diffondendo la musica, forse stanno uccidendo i musicisti [ride] non che io faccia i soldi vendendo CD! Non ho problemi per questo. E' una tale rottura scaricare l’intero album. La maggior parte delle persone che conosco scarica una canzone e se piace acquista l’intero album. E’ divertente.” Cosa mi dici delle maggiori case discografiche che si muovono per penalizzare chi scarica la musica? “Persone che non se approfittano? E’ stupido, uno spreco di risorse e soldi. Certamente bisogna perseguire la pirateria, ma andare in cerca dei singoli individui… Non hanno niente di meglio da fare?”

L’argomento si sposta sulla stampa musicale britannica, e pe rla prima volta durante l’intervista si ha la sensazione che Tod misuri in qualche modo le risposte. Cosa pensi della stampa musicale britannica? “Cosa ne pensi tu? [pausa]. E’ come se deliberatamente, i gruppi vengano esaltati un mese per poi essere gettati nella spazzatura il mese dopo, semplicemente per alimentare un meccanismo, lo trovo alquanto cinico”. Puoi fare qualche nome, parlando di bands? “Cita qualsiasi band, diventano la più grande scoperta musicale, per presto essere dimenticati, e l’attenzione si sposta velocemente su di un’altra band. Questa è la funzione delle riviste e lo trovo un po’ triste, questo è quanto.”

Ti preoccupi che i Firewater si aggiungano questa lista? “Fosse questo il problema! avremmo altro di cui preccuparci. Non sarebbe poi la fine del mondo essere ricchi e famosi, per quanto sia improbabile”.

Quando l’intervista tocca argomenti come testi e musica, i Firewater e Tod A. sembrano rinvigorirsi ed aprirsi onestamente, desiderosi di raccogliere qualsiasi sfida e controbattere. La conversazione volge al termine, più da parte mia avendo esaurito le domande. Quando candidamente lo ammetto a Todd, lui ride “Ragazzo, ti potrei ingaggiare per delle ore, quando riagganci, io sarò ancora qui a chiacchierare!”.


Sito di Firewater (Inglese)

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