Dalle Carabine allo Smoothie alla Fragola. L'Irlanda nel XXI secolo: Nord e Sud.

Cambiando argomento… Recentemente ha scritto un articolo a proposito della decisone presa dal Blanket, il sito web repubblicano, di pubblicare le vignette danesi. In che misura è avvertito nell'Irlanda del nord lo “scontro tra culture”? La decisione del Blanket è stata un atto di opportunismo?

Secondo me la decisione del Blanket è stata eroica. Infatti come si può discutere sui meriti di queste vignette se il pubblico non ha la possibilità di vederli e farsi un'idea? È semplice, logico ed estremamente chiaro.

In Colours lei scava al di sotto della superficie, prendendo in considerazione anche gruppi che non rientrano nelle dicotomie tipicamente irlandesi (ossia repubblicani/nazionalisti/cattolici/unionisti del sud/lealisti/protestanti/nordirlandesi), come, ad esempio, i gay. Qual è stata la reazione del nord Irlanda di fronte alla legge che sancisce le unioni civili omosessuali? Pensa davvero, come ha detto nel libro, che in Irlanda “non c'è un atteggiamento ostile diffuso nei confronti delle unioni e dei matrimoni gay”?

La reazione nei confronti di queste leggi è stata tiepida. La maggior parte dei nordirlandesi è tollerante o lo sta diventando sempre più. Durante l'ultima sfilata del Gay Pride a Dublino, i passanti intenti allo shopping, incluso pensionati, madri con bambini, ecc., hanno applaudito e sostenuto i dimostranti omosessuali. Al contrario hanno ignorato o contestato le provocazioni di un gruppetto di fanatici fondamentalisti. E sì, la Repubblica non è contraria alle unioni civili omosessuali.

Che effetti ha avuto “la guerra al terrorismo” in Irlanda? La parola 'terrorista' è stata per lungo tempo quasi esclusivamente usata in riferimento a irlandesi, baschi e palestinesi, mentre ora sta ad indicare quasi esclusivamente gli islamici. L'ossessione per Al Qaeda ha, per così dire, purificato la memoria collettiva dando a partiti come Sinn Féin un'ulteriore facciata di rispettabilità?

Più che la guerra al terrorismo è stato l'11 Settembre ad avere un grosso impatto. Ricordo molto bene quel giorno. La mia figlia minore era nata da poche settimane e Jim Cusack, un mio amico giornalista, arrivò a casa nostra all'ora di pranzo per vederla. Stavamo mangiando un Dim Sum comprato in un negozio cinese, quando un altro amico giornalista mi telefonò. Mi disse “Sintonizzati subito su Sky News” e sono arrivato giusto in tempo per vedere il secondo jet schiantarsi sulle torri gemelle. Quando divenne chiaro che si trattava di un attacco terroristico Jim ci guardò e disse: “Be', questa è la fine della campagna dei Provo [N.d.T.: ala estremista dell’IRA]”. Da allora Sinn Féin ha preso decisamente le distanze da qualsiasi forma di islamismo.

Restando in tema: che lezione ha imparato il governo inglese, se mai l'ha imparata, dal conflitto nordirlandese in relazione alla attuale “guerra al terrorismo”?

Le lezioni degli inglesi sono molto sottili. Ricordo quando le truppe inglesi arrivarono a Belfast negli anni '70. Dopo un breve periodo di 'luna di miele', cominciarono ad abbattere le porte, saccheggiare le case, e ad avere la mano pesante nei confronti dei nazionalisti. Tutto questo finì a metà degli anni '80. Gli inglesi diventarono più espansivi, ma naturalmente avevano vie segrete che li informavano sui nemici repubblicani. Nel sud dell'Iraq, l'esercito inglese sta tentando la stesa tattica 'dolce' usata in nord Irlanda. Ma la similarità tra le due situazioni finisce con il concetto di accordo segreto perché, a differenza dell'IRA, Al Qaeda non accetta compromessi.

Recentemente Tony Blair ha collegato il fondamentalismo islamico al fondamentalismo protestante dell'Irlanda del nord attirandosi naturalmente le critiche del Partito Democratico Unionista di Ian Paisley. A mio parere, però, le parole di Blair non sono tanto polemiche quanto piuttosto sottolineano il fatto che generalmente i media non dedicano molta attenzione all'aspetto religioso del D.U.P. (il partito democratico unionista, il più religioso di tutti i partiti unionisti). Come giudica il modo in cui i media inglesi ed irlandesi considerano il D.U.P? Ignorare i lati peggiori di Sinn Féin e del DUP è una conseguenza necessaria del processo di pace?

Il DUP esagera, come al solito. Ma sottovalutarlo sarebbe un errore. Tra i suoi ranghi vi sono individui molto intelligenti. Il DUP è di base un'organizzazione molto religiosa ma la sua leadership sa che questa base, dal punto di vista elettorale, non è sufficiente. Ma vi faccio un altro esempio. Una mia amica ha votato il DUP per la prima volta nella sua vita l'anno scorso. Beve, fuma, ama la compagnia maschile, non va in chiesa, trascorre le vacanze nella repubblica irlandese, sostiene i diritti degli omosessuali. Ma pensa che un DUP forte direbbe chiaramente al mondo, in particolar modo a Tony Blair, che gli unionisti non vanno presi sotto gamba. Questo è il colleg
io elettorale che il DUP ha appena conquistato: protestanti laici della classe media che sono stanchi (a torto o a ragione) di ciò che considerano eccessive concessioni ai repubblicani.

E' lo stesso DUP, semmai, a minimizzare le proprie radici fondamentaliste e la sua devozione al protestantesimo che critica la Bibbia. E' proprio questo'ultimo a far finire spesso il partito nei guai, come nel caso di Paul Berry, un giovane esponente politico del DUP che pare abbia avuto un incontro omosessuale con un massaggiatore in un hotel di Belfast. L'ipocrisia viene sempre smascherata.

Grazie a Internet esistono nuove possibilità di comunicare, possibilità sviluppate da siti come quello di Slugger O'Toole nell'Irlanda del nord, che dà modo alla gente di entrambe le fazioni della comunità di discutere i problemi. Come giudica Internet in questo contesto? Sarebbe ingenuo considerarlo uno strumento di cambiamento o, come il punk rock, è destinato a finire?

No. Purtroppo il punk rock non poteva durare. Ma non credo che accadrà lo stesso ai blog. Si evolveranno, ma la loro struttura di base rimarrà la stessa. Slugger, The Blanket e l'ormai scomparso Portadown News hanno rivoluzionato il mondo dei media irlandesi e hanno dato una voce a chi non l'aveva. Questa non può che essere una buona cosa.

Per finire, una domanda cui è impossibile rispondere ma è altrettanto impossibile non porre: qual è il futuro del processo di pace?

Dove va il processo di pace? È fermo ma non importa a nessuno. Non ci sono bombe che esplodono, né cadaveri da contare. Nessuno al pub parla della Northern Ireland Assembly che è ferma, sono troppo occupati a chiedersi chi fermerà il Chelsea o chi conosce il nome del vincitore della prossima corsa di cavalli.

In generale si può dire che l'Irlanda del nord è diventata una società post moderna ossessionata dal consumismo. Il consumismo ha avuto un ruolo fondamentale nello sconfiggere la lotta armata… Dico sul serio. Il consumismo e l'aumentare delle persone che possiedono una casa anche in zone come Belfast ovest, uno dei punti caldi del conflitto. Le persone puntano più alto nella società sia che si tratti del lavoro in un centro commerciale sia che riguardi il prezzo in ascesa della loro casa.

Tempo cinque anni Sinn Féin e il DUP potranno forse condividere il potere esecutivo ma nel frattempo si va tutti al centro commerciale a inseguire l'ultima moda, un doppio latte macchiato con schiuma e aggiunta di panna o uno smoothie (una sorta di frullato) alla fragola o al mango seguito da una seduta dall'estetista o sul lettino abbronzante per apparire al massimo della forma in vista della vacanza in Spagna del mese prossimo.

Colours: Ireland – From Bombs to Boom di Henry McDonald è edito da Mainstream Publishing.

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