Uno sguardo dall’esterno – la Norvegia e l’unione Europea

In Europa, e nazioni che non fanno parte dell’Unione Europea sono una specie in via di estinzione. In svariati referenda che hanno visto il trionfo della gente comune sull’establishment politico, la Norvegia ha rifiutato due volte l’offerta di entrare a far parte della Comunità Europea, respingendo i consigli di governi e mass media. Dal suo ultimo No sono passati ormai 10 anni. Che cosa ha significato questo per il paese? I norvegesi pensano che essere fuori dalla nuova Europa costituisca un vantaggio o uno svantaggio?

L’argomento è controverso e le risposte a questa domanda sono ancora oggi influenzate dal clima dominante nelle fazioni del Sì e del No. Recenti sondaggi di opinione dimostrano che il paese è ancora alquanto diviso riguardo alla questione.

Respinta l’offerta di far parte della Comunità Europea, la Norvegia, assieme all’Islanda e al Liechtenstein, ha optato per una collaborazione economica. In quanto membro della EEA (Area Economica Europea), può partecipare al Singolo Mercato, senza assumersi le piene responsabilità dell’appartenenza. L’accordo da’ ai membri il diritto di essere consultati dalla Commissione riguardo alla formulazione della legislazione comunitaria, ma non quello di esprimere la propria opinione riguardo alle decisioni da prendere. Di tutti i paesi facenti parte dell’Unione, gli stati della EEA sono, tecnicamente parlando, quelli più legati ad essa. (In termini di politica) la loro politica “a distanza” li distingue dai paesi candidati, che non hanno integrato la legislazione comunitaria nelle loro leggi nazionali ma si impegnano a farlo.

Secondo un’opinione largamente condivisa, l’influenza della Comunità Europea si sta intensificando. Vi sono molte ragioni per questo. L’espansione della Comunità significa che molti paesi e molte nazioni europee fanno ora parte di un’unione tutta europea, col risultato che altre forme di cooperazione, come la cooperazione nordica e le organizzazioni di sicurezza europee, vengono relegate in secondo piano.

I paesi della comunità europea agiscono sempre più come un’unità coordinata in organizzazioni internazionali quali le Nazioni Unite e la NATO. Mentre la Comunità diventa sempre più coordinata la sua influenza aumenta. La Norvegia ne è consapevole tanto quanto gli Stati Uniti. Ora al Comunità ha un’unica valuta; la coordinazione nel sistema legale e nelle forze dell’ordine è in aumento, così come quella relativa a sicurezza e difesa. Queste sono politiche comunitarie che si sono sviluppate nel corso degli ultimi dieci anni ma esulano dal raggio di azione del trattato della EEA. I CFSP (Politica Estera e di Sicurezza Comuni) all’interno della Comunità sono stati rafforzati sia nel trattato di Nizza che in quello di Amsterdam. Il trattato di Nizza (2003) prevede un incremento nelle aree che rientrano in una maggioranza votante qualificata, oltre a un rafforzamento del ruolo del comitato per le politiche e la sicurezza in situazioni di crisi. La Norvegia non ha parte nello sviluppo della politica estera europea, anche se i modi di vedere dei norvegesi sono spesso in linea con quelli degli altri paesi europei, come dimostrato dalla richiesta di partecipare alla missione delle forze dell’ordine dell’Unione Europea in Bosnia.

Recentemente la Norvegia è stata anche colpita da una restrizione delle regole comunitarie e da una crescente tendenza ad usare le sanzioni per farle rispettare. Ciò ha un impatto sugli stati non membri che devono fare uno sforzo maggiore per adeguarsi a queste leggi e a queste direttive. L’industria norvegese del pesca, per fare un esempio, è stata costretta ad adattarsi alle quote di pesca (pesce pescato?)per poter continuare ad esportare nella comunità europea.

Una frequente lamentela da parte della fazione del Sì è che, rifiutando la piena appartenenza, la Norvegia ha un influsso assai scarso su una comunità europea che invece la influenza sempre più. I risultati di svariati studi sembrano confermare che la Norvegia non ha un impatto sostanziale sugli sviluppi delle politiche generali della comunità o sulla forma della sua costituzione. A partire dal 1994 si è assistito ad un continuo sviluppo delle istituzioni comunitarie e di una serie di nuovi trattati culminati nella creazione di una Costituzione comune. La Norvegia continua ad essere una spettatrice passiva e non ha nemmeno considerato l’idea di seguire il dibattito sorto attorno alla nuova Costituzione.

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