America: Da Colonia a Superpotenza. Parte I: 1776-1876

I sostenitori di Jackson considerarono questa vittoria come la rivalsa dell’uomo bianco comune. Jackson fu il primo Presidente a non provenire da una buona famiglia dell’establishment americano. Era nato in Carolina, povero e da genitori immigranti scozzesi-irlandesi e si era fatto da sé diventando avvocato, speculatore terriero, proprietario di piantagioni, soldato e infine Presidente. Jackson era un convinto sostenitore dell’autonomia degli Stati rispetto alla Federazione e metteva in guardia dall'”invasione della legittima sfera della sovranità dello Stato”6. Nonostante la sua sincerità nel professare la sua devozione al 'popolo' e nonostante sostenesse di parlare a nome suo, il presidente Jackson ignorò il problema del suffragio femminile e, essendo lui stesso uno schiavista, anche quello dei neri americani e della schiavitù. Ma fu su nativi americani che egli si accanì particolarmente. Jackson, con grande gioia della gente del sud e dell’ovest affamata di terre, realizzò il progetto, iniziato da Jefferson, appoggiato da Monroe e Adams e approvato dal Congresso, di cacciare tutte le tribù indiane ad ovest del Missisipi.

Il Removal Act del 1830 conferì a Jackson il potere legislativo necessario per portare avanti questa politica. Fu l’inizio del tristemente famoso Trail of Tears (la Scia delle Lacrime) in cui le tribù indiane intrapresero un viaggio forzato dall’Ovest verso l’Alabama e il Mississipi. Jackson ignorò le decisioni della Corte Suprema quali i
l Cherokee Native versus Georgia (1813) che stabiliva che gli Indiani avevano l’inalienabile diritto alle loro terre e non potevano essere costretti a rinunciarvi. Il Presidente costrinse invece gli Indiani con la forza delle armi ad abbandonare le terre che lui riteneva appartenessero agli Stati Uniti. L’emigrazione forzata dei Nativi Americani verso nuove terre accelerò la loro scomparsa. Costretti in un ambiente ostile, non furono più in grado di trarre sostentamento dalla terra e la loro sopravvivenza divenne sempre più dipendente dagli assegni del governo. Jackson fu rieletto nel 1832. Incrementò l’uso del veto presidenziale per bloccare quelle decisioni del Congresso sulle quali non era d’accordo, equiparando così il potere esecutivo a quello del Congresso. Ma durante il suo secondo mandato il problemi dei singoli tornarono prepotentemente alla ribalta.

In segno di protesta per un sistema tariffario che discriminava la minoranza sudista del paese, il Sud Carolina diede inizio alla politica di annullamento. In altre parole, ciò permetteva a uno Stato di invalidare una legge nazionale se riteneva che essa fosse incostituzionale. Dalla politica di annullamento si arrivò alla minaccia di secessione nel caso in cui l’Unione avesse ignorato il punto di vista della Carolina. Jackson, benché fosse un fervente sostenitore dei diritti dei singoli Stati, non era intenzionato a mettere in discussione l’integrità fisica degli Stati Uniti. Minacciò di ricorrere alle armi se la Carolina del Sud non fosse rientrata nei ranghi. Alla fine si raggiunse un compromesso e le tariffe in questione furono ridotte. Ma il Sud rimaneva pessimista riguardo al futuro. Il paese era diviso tra stati schiavisti e stati non schiavisti e, come scrisse il Cancelliere Harper del Sud Carolina, “questa è la grande differenza che alla fine ci dividerà [il Nord dal Sud]”7.

Il secondo sistema bipartitico: Democratici contro Liberali, 1836-1850

Il partito Liberale si costituì nel 1830. Era formato dagli oppositori del partito Democratico, inclusi i sopravvissuti del partito nazionale Repubblicano. Dal 1830 al 1840 Democratici e Liberali furono in lizza per la presidenza, mentre gli Stati Uniti entravano nel secondo sistema bipartitico della loro storia. Benché i due partiti avessero politiche economiche diverse – i Liberali sostenevano l’espansione economica attraverso l’intervento del governo, mentre i Democratici rimanevano ancorati ai principi jeffersoniani che limitavano il potere del governo centrale – furono le questioni legate alla etnicità e alla religione che motivarono gli elettori. Presbiteriani, Battisti e Congregazionalisti, soprattutto nel nord-est, erano Liberali, così come lo era l’esiguo numero di neri liberi aventi diritto al voto. Cattolici nati al di fuori dal Paese e protestanti non evangelici erano per lo più Democratici, ed entrambi preferivano tenere la religione separata dalle questioni laiche. Mentre le politiche bipartitiche si sviluppavano sempre più in tutto il paese, come non si era mai visto né nel Nord né nel Sud, alle elezioni nazionali votò un numero sempre maggiore di persone facendo sì che il controllo degli affari pubblici non fosse più esclusivamente nelle mani di gentiluomini provenienti da distinte e antiche famiglie.

Le elezioni del 1836 furono vinte da un Democratico ma il candidato Liberale, il generale William Henry Harrison, vinse quelle del 1840, morendo però subito dopo di polmonite. Il suo successore, John Tyler, era un ex-Democratico convertitosi al Liberalismo dopo lo scontro con Jackson. Durante il suo mandato Tyler agì più da Democratico che da Liberale. I Democratici vinsero le elezioni del 1844 e portarono avanti la politica della minima interferenza da parte del governo. In questo periodo si impose la questione del Texas. Nel 1835 vivevano in Texas 35.000 americani, inclusi molti schiavisti. Nel 1821 il Messico aveva ottenuto l’indipendenza dalla Spagna e aveva esortato i coloni a stabilirsi nei territori dell’estremo nord del Texas. Alla fine i coloni si ribellarono al Messico e nel 1836 conquistarono l’indipendenza, con grande gioia della gran parte degli americani. Il Texas fondò una repubblica indipendente (Lone Star) ma prestò cercò di annettersi agli Stati Uniti. Molti sudisti erano a favore dell’annessione del Texas schiavista ma molti nordisti, abolizionisti e Liberali, erano contrari. Questo problema portò i due partiti politici allo scontro. Il candidato Democratico nelle elezioni presidenziali del 1844 era James K. Polk, proprietario di piantagioni di cotone e schiavista del Tennessee. Egli era a favore dell’occupazione dell’intero territorio dell’Oregon (che all’epoca gli Stati Uniti condividevano con l’Inghilterra) e dell’annessione del Texas. Il candidato Liberale, Henry Clay, contrario all’annessione e favorevole all’espansione tramite la negoziazione, sosteneva che la strategia dei Democratici avrebbe portato a una guerra con la Gran Bretagna o con il Messico. Polk e i democratici vinsero le elezioni grazie a una campagna elettorale ben condotta. Il Texas fu annesso all’Unione nel dicembre del 1845 e il Messico interruppe immediatamente le relazioni con gli Stati Uniti: la guerra divenne inevitabile.

Le reazioni alla guerra con il Messico furono discrepanti. Sudisti e Democratici erano a favore. Inglesi e Liberali erano contrari e ne mettevano in dubbio la necessità; alcuni pensavano che fosse solo un espediente per diffondere ulteriormente la schiavitù. Il Nord temeva da lungo tempo il cosidetto Slave Power, un’oligarchia schiavista che controllava il Sud e aveva intenzione di dominare l’intero paese. Mentre una parte di Oregon fu ceduta alla Gran Bretagna con il Trattato dell’Oregon del 1846, gli Stati Uniti erano pronti a entrare in guerra per l’annessione del Texas schiavista. Non era forse un espediente per aumentare il potere del Sud schiavista? Nel 1848, gli Stati Uniti aveva sconfitto il Messico, avevano invaso lo Stato e preso la capitale. Il trattato di Hidalgo Guadalupe concesse la California e il Texas (inclusi gli attuali Nevada, Utah e Arizona) agli Stati Uniti.

Nonostante la vittoria e la costante crescita del paese, gli effetti di questa guerra sul sistema politico furono disastrosi. La questione della schiavitù sollevata dalla guerra divise il paese. Liberali del Sud e Liberali antischiavisti del Nord si trovarono in disaccordo, così come Democratici del Sud e Democratici del Nord. Nelle elezioni del 1848 i Democratici cercarono di riunificare il loro partito nominando Presidente un nordista, il senatore Lewis Cass del Michigan, e Vice Presidente un sudista, il generale William Butler del Kentucky. Ma molti Democratici del Sud non diedero la loro fiducia a Cass e votarono il generale Zachary Taylor candidato Liberale e schiavista del Sud. Grazie a questo ulteriore appoggio Taylor vinse le elezioni. Ma il segnale più forte che emerse da queste elezioni fu il crescente divario tra Nord e Sud. La questione della schiavitù avrebbe approfondito questa spaccatura e infine decretato la fine del secondo sistema bipartitico nel 1850.

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