Eugene O’Neill, lo Scimmione e Adrien Brody

Brody aveva appena girato The Jacket a Glasgow con Keira Knightley quando fu invitato ad un incontro con Peter e i co-autori e produttori Fran Walsh e Philippa Boyens, mentre questi si trovavano a Londra per i Bafta Awards. Divertente il fatto che, con la sua modestia, all'attore non passò neppure per l'anticamera del cervello che lo volessero per il ruolo di protagonista in King Kong.

“Mi pareva che stessero incontrando diversi attori per King Kong, ma non sapevo che in pratica speravano di avere me, il che era semplicemente fantastico,” dice con un sorriso che gli illumina il bel volto. “Persino durante l'incontro non ne ero certo. Non sapevo come formularlo e chiedevo 'vi interessa?' e loro rispondevano 'oh sì, molto'. Era una conversazione di questo genere.”

Come il resto del cast, anche Brody è un fan accanitissimo del lavoro di Peter Jackson nella trilogia de Il Signore degli Anelli e ammette che in buona parte ciò che lo ha attirato è stata l'opportunità di lavorare ad un film così diverso da qualunque altro gli sia capitato. “E' un processo molto differente per me e sapevo che sarebbe stato un qualcosa di stimolante e molto eccitante,” rivela. “Se qualcuno è in grado di rifare King Kong, questi è Peter Jackson. Quindi [quando mi hanno offeto di partecipare] non ci ho dovuto pensare troppo. Non mi diedero una sceneggiatura quando ci incontrammo e quando accettai di firmare il contratto. E' stato veramente eccitante e le cose sono in continua evoluzione.”

Notoriamente Peter Jackson ha rivelato come King Kong fosse diventato la sua ossessione sin da quando, da ragazzino, vide per la prima volta la versione del film girato nel 1933. Invece per Adrien Brody, il primo incontro con il film King Kong fu in qualche modo differente. “Ricordo di averlo visto, da giovane, e mi fece impressione, ma poi per qualche motivo mi scordai quasi tutta la trama, a parte il rapporto fra Ann [l'eroina del film] e Kong.” Quindi furono necessarie delle ricerche prima che l'attore si potesse presentare all'incontro con Peter Jackson per discutere della possibilità di passare quasi un anno in Nuova Zelanda a lavorare sul sogno di Jackson di instillare nuova vita in una delle icone più rappresentative della storia del cinema. “Mi procurai un DVD [del film del '33] e mi resi conto che c'erano ovviamente tanti elementi che non erano neppure stati sfiorati. Credo che sia un film eccezionale, ma i personaggi sono troppo unidimensionali e la relazione di Ann con Kong non era stata esplorata a dovere. Cambierà in maniera drammatica. Anche io sono convinto che Kong possa essere maggiormente umanizzato e al contempo questo umanizzerà gli altri personaggi,” dice Brody. “A quei tempi [nel 1933], il film deve essere stato abbastanza sbalorditivo.”

L'attore si riferisce ai balzi in avanti che ha fatto la tecnologia in materia di cinema dai tempi in cui fu girato il King Kong originale. Si riferisce anche all'uso geniale che ha fatto Peter Jackson dei computer per enfatizzare la magia e e il prodigio del cinema. Con un sorriso osserva come la scienza cinematografica continuerà a superare se stessa e scavalcare barriere anche dopo il King Kong di Peter Jackson. “La cosa più eccitante al riguardo, per me, sarà la possibilità di mostrare questo film ai miei nipoti e dir loro 'Avete visto che figo il vostro nonno che corre in mezzo alla giungla?', e probailmente loro risponderanno 'ma sembra cos' finto'.”

Nel film Brody interpreta Jack Driscoll, ruolo che fu di Bruce Cabot nel 1933, e l'attore ci tiene a precisare come questa volta il personaggio sia molto diverso dal film originale. “Non c'è proprio confronto,” dice e si ferma un attimo prima di fornire un'analisi più dettagliata del personaggio. “E' cambiato in maniera sostanziale rispetto all'originale. In meglio, credo. Il vantaggio è che è diventato un essere umano molto più sensibile.”

Nella versione di Jackson, gli avventurieri si trovano su Skull Island per girare un film, ma cambiano ben presto i propri pian
i quando si accorgono che l'isola è la dimora di King Kong. Il personaggio di Brody è uno sceneggiatore che viene convinto da Denham [interpretato da Jack Black che lo rende un regista modellato su Orson Welles] a scrivere una sceneggiatura per il suo ultimo progetto ed è attirato con l'inganno dentro quest'avventura.

“Egli è più un pensatore che un realizzatore che viene però obbligato ad agire da realizzatore e diventa l'uomo che lui stesso ha creato nel copione. Un personaggio più eroico, uno che lui avrebbe creato piuttosto che quello che lui è,” spiega Brody. “Ho basato alcune delle mie sensazioni su Jack [Driscoll] su Eugene O'Neil e quello che è interessante è il fatto che l'ispirazione per Jack viene proprio da un'opera di Eugene O'Neil. Il circolo si chiude e io interpreto un Jack Driscoll che deriva da Eugene O'Neil e che ora impersona alcune delle sue caratteristiche [di O'Neil].”

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