Dal Chiapas a Mexico D.F.

Ed infine, dopo due mesi di chiese indios, coloniali, barocche, non pensavamo che il México religioso potesse ancora scioccarci, ma il santuario di Nuestra Señora de Guadalupe è qualcos´altro: un immenso piazzale assolato, un numero imprecisato di chiese di cui una super-moderna che ospita il famoso mantello di Juan Pedro, il povero indio che ricevette la visione della Madonna, e da lei l´ordine di costruirle un santuario, e dovette andare a convincere il vescovo spagnolo portandogli, fuori stagione, rose raccolte dalla Vergine nel suo mantello. Quando Juan Pedro aprì il mantello davanti allo scettico ecclesiastico, le rose si erano tramutate nella famosa immagine della Nuestra Señora de Guadalupe, che ancor oggi adorna il mantello. Che la leggenda risalga al 1531, quando la Chiesa Cattolica si stava dando da fare per realizzare la conversione di massa degli indigeni, non diminuisce agli occhi dei fedeli la veridicità dell'avvenimento. Per ammirare la preziosa reliquia e pregare indisturbati dalla folla pressante, si può salire su una specie di tapis roulant che ti trasporta come in un corridoio d´aereoporto sotto l´immagine sacra. Se ciò non fosse già abbastanza surreale, il piazzale principale è coperto da bancarelle che vendono di tutto: quadri e statue a grandezza naturale di soggetto mariano o religioso in generale, rosari luminosi, adesivi per automobili, oleogrammi con Gesú che un attimo è sulla croce, e un passo dopo sale in cielo, o l´immagine della Vergine che si trasforma nel sorrisone di Giovanni Paolo II, magliette con il Signore a cavallo di Harley-Davidson, o a bordo di Cadillac fosforescenti, ed addirittura completini da ginnastica con il logo della Guadalupana!

Prima di concludere la nostra avventura messicana, abbiamo anche visitato due cittá dell´argento, San Miguel Allende e Guanajuato. La prima é infestata da Norteamericanos, che hanno comprato e ristrutturato i palazzi coloniali trasformandoli in hotel e ristoranti di lusso. Risultato: la cittadina è graziosissima, ma i prezzi sono alle stelle! Guanajuato è invece la mia preferita: costruita in un canyon, le casine colorate si arrampicano l´una sull´altra sulle pendici del monte, senza la solita pianta regolare delle città coloniali, ma con sotterranee e saliscendi. Una delle chicche della cittadina è il Museo de las Momias. A quanto pare il terreno è ricco di sali minerali che mantengono i corpi sepolti, trasformandoli nel giro di 5/6 anni in mummie, che, nel caso in cui i discendenti non possano permettersi di rinnovare il contratto d'affitto per lo spazio al cimitero locale, vengono cremate o donate al museo. Attenzione però: solo le mummie che soddisfano un certo numero di criteri di 'presentabilità' vengono accettate dai curatori. Comunque sia, ce ne sono almeno un centinaio, perfettamente conservate, distese in teche di vetro o in piedi, appese con lo spago. C’è la donna morta di parto col bebe’, bambini con le vestine di trine, una cicciona con le tette immense (ma ahimè afflosciate!), mummie coi calzoni, ed altre solo coi calzini, coi capelli lunghi, ancora legati a treccia, o con le teste calve.Alcune, molte infatti, hanno la bocca spalancata in un urlo di terrore. La prima sala fa un po’ impressione, e mi sento quasi male, poi ci si abitua, forse non realizzando in pieno la macabrietà del posto. Ma dopotutto questo è il popolo che trascorre il Giorno dei Morti al cimitero, facendo un picnic sulla tomba dei
cari defunti….Anesso c’è anche un piccolo Museo de la Muerte, con attrazioni tipo castello delle streghe al Luna-Park: da notare il dito mummificato la cui didascalia spiega che apparteneva ad un tipo assassinato, ed è stato ritrovato sulla tomba dell’assassino (non l’avevano beccato da vivo, che almeno si sapesse da morto chi era il criminale!!!), la mummia di una curandera che ancora compie miracoli, e il fantasma di un frate che a tutt'oggi scende le scale per venire a dare la benedizione.

La mia teoria è che sia il religioso, che l'esoterico, che il kitsch siano manifestazioni della disperazione di fondo che pervade il Paese. Anche quando non sono poveri, i Messicani coltivano questo senso di invidia nei confronti dell'Europa e specialmente degli Stati Uniti, basta dare un'occhiata ad una delle tante telenovelas trasmesse a qualunque ora del giorno o della notte dalle emittenti televisive. Questa è solo una delle facce di questa società complessa ed affascinante, vorrei avere il tempo per fermarmi qui più a lungo ad esplorare, ma è arrivato ormai il momento di lasciare questa terra magica e surreale.

Pages: 1 2 3