Dal Chiapas a Mexico D.F.

Il nostro, ahimè breve, intermezzo guatemalteco si è concluso degnamente con un viaggio di ritorno verso il Messico a dir poco audace: prima un bus da Xela, con cambio forzato a Huehuetenengo, per La Mesilla (il vero paese di frontiera: infatti la frontiera è più grande del paese!), 4-5 km di terra di nessuno in taxi, collectivo a Comitán e poi un altro fino a San Cristóbal, Chiapas, passando attraverso 3-4 posti di blocco. Ad uno di questi ci fanno pure scendere e l'ufficialetto di turno si diverte, come il gatto col topo, a stuzzicare i tre gringos (uno autenticamente proveniente dagli States, e noi due europei): Entonces, que van a hacer en Chiapas, tienen sellos en el paseporte, trahen drogas, …???Quando finalmente siamo in dirittura d'arrivo la via di accesso alla città è bloccata da una protesta popolare. Poco male, noi non abbiamo fretta!

Ma eccoci finalmente a San Cristóbal de las Casas, una città bellissima che prende in parte nome da un frate spagnolo, Fray Bertolomé de Las Casas, uno dei primi (e, all'epoca, dei pochi) a difendere i diritti della popolazione indigena delle Americhe contro i Conquistadores. Bartolomé prese parte al tristemente famoso dibattito di moda in Spagna ai tempi: ma gli Indios hanno un'anima o no?San Cristóbal è la capitale culturale e morale dello stato del Chiapas, e centro della rivoluzione zapatista. Per chi vive fuori dal mondo, l’esercito di liberazione nazionale zapatista (EZLN) è un movimento nato alcuni anni fa’ sulle montagne del Chiapas, con lo scopo di combattere il latifondismo ancora presente in Messico, di ridistribuire le terre ai campesinos, e quindi di migliorare le loro condizioni di vita. L'EZLN può contare sul supporto della popolazione locale, soprattutto nei villaggi sparsi sulle montagne, ma anche a San Cristóbal (la protesta di cui sopra era infatti a sostegno della liberazione di alcuni prigionieri politici, arrestati nell'ambito della lotta governativa contro gli zapatistas.

Il capo carismatico di questo esercito rivoluzionario è il sub-comandante insurgente Marcos, che di campesino non ha nulla, si rumoreggia infatti che sia un filosofo dell’Università di Ciudad de México. Fuma la pipa, indossa un passamontagna, e cavalca un mulo. Beh, con tutta questa preparazione alle spalle, eravamo quasi speranzosi di incontrare uno o due di questi combattenti girando per le strade in salita di San Cristóbal, ma il sub-comandante e i suoi rivoluzionari se ne sono rimasti nascosti nella giungla, a ponderare i loro prossimi interventi contro il governo del Presidente Vincente Fox, che da parte sua in quei giorni era oltremodo occupato con il suo (controverso) matrimonio, nonchè a rinsaldare la sua amicizia con George W. Bush. Purtroppo gli unici Zapatistas che abbiamo visto sono bamboline di pezza con tanto di passamontagna e fucile di legno, alcune a cavallo, altre più tristemente appese ad un anello portachiavi…!!!

Da San Cristóbal si raggiunge il villaggio di San Juan Chamula, la cui chiesa è famosa per la mancanza di panche o paramenti e per le migliaia di candele e aghi di pino che ricoprono il pavimento. Sfortunatamente, il giorno in cui l´abbiamo visitata noi, stavano facendo le grandi pulizie: una squadra di uomini in ginocchio raschiava il pavimento dalle incrostazioni di cera, mentre gli aghi di pino li avevano giá spazzati via. Devo dire che dopo le chiese indios in Guatemala, questa non è stata una grande sorpresa. Ai due lati della navata ci sono le classiche statue di santi, questa volta ingabbiati in cabinotti di vetro tipo le vecchie cabine telefoniche della SIP, con indosso camicioni colorati, stile parrucchiera anni '70, e uno specchio al collo. Quando ho chiesto al guardiano il motivo dello specchio, mi ha risposto che i santi sanno di essere graziosi e vogliono ammirarsi – anche secondo me mi prendeva per i fondelli, ma poichè la nostra guida riferiva di turisti impertinenti picchiati a bastonate dal servizio d'ordine, non ci siamo azzardati a fare ulteriori commenti!

Lasciamo San Cristóbal e i suoi 2100m slm per passare qualche giorno di relax a Puerto Angel, nello stato di Oaxaca. Mare, sole, pesce fresco, e qualche turista: un paradiso! Le onde del Pacifico fanno apparire i nostri cavalloni mediterranei come piccole increspature, e c'è un'atmosfera rilassata, da paese di pescatori. Puerto Angel non è così famoso, per lo meno in Italia, quanto il suo cugino maggiore, Puerto Escondido, di riminescenza Salvatoresca, o il fratellino hippy, ovvero la spiaggia di Zipolite, dove un paio di scoppiatoni prendono il sole nudi su una fetta di sabbia sporca e infestata da siringhe.

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