Alla ricerca dei Bookends – Intervista a Greg Dulli dei Twilight Singers

E' difficile decidere quali domande fare a Greg Dulli. Difficile per la gran quantità di lavori prodotti, di persone con le quali ha intrecciato collaborazioni, e anche di progetti futuri a cui sta lavorando. Per esempio, tralasciando la sua lunga carriera come leader degli Afghan Whigs, l'anno scorso ha pubblicato da solo il terzo album dei Twilight Singers, She Loves You, è stato con loro in una lunga tournée, sempre in tour è stato alle tastiere della Mark Lanegan Band, registrando melodie con Lanegan per il loro attesissimo Gutter Twins, ed ha anche trovato il tempo per produrre l'ultima fatica di uno dei più interessanti gruppi emergenti italiani, gli Afterhours. E al momento si trova a Milano, dove accompagna come chitarrista gli Afterhours nel loro tour italiano. Da che parte cominciare?

Chiamarlo 'promiscuo' non sarebbe eccessivo, almeno musicalmente parlando. Ed è proprio questo che mi ha risposto quando gli ho chiesto se, avendo collaborato a così tanti progetti, non desiderasse tornare a suonare stabilmente in un gruppo. “E' come se fossi stato sposato per 15 anni, e ora sono single: mi guardo intorno – scherza – e allaccio delle relazioni, senza però quell'impegno che probabilmente mi andrebbe stretto!”. Di fatto ha già scelto un gruppo-base per la sua prossima incisione targata Twilight Singers, stavolta un album con materiale originale, che ha già iniziato a registrare.

“Ho deciso di tornare stabilmente in un gruppo, – spiega, – essendo stato in una band per così tanto tempo, posso dire che il mio desiderio di farlo non era così forte come quello di altri cantanti. Si deve selezionare, in un certo senso. Non ho più vent'anni, quando crescevo insieme a determinate persone, con le quali andavo poi a bere ogni settimana. Quindi devo scegliere bene quelli con cui lavoro, e il posto migliore in cui riesco a farlo è nello studio di registrazione”.

Parlando con Dulli, si ha la netta sensazione che l'album di cover She Loves You, così ispirato, sia stato un lavoro preparatorio: un modo per tenere sé stesso e i musicisti con cui ha scelto di lavorare 'in forma' per il prossimo impegno con materiale originale. Non sarebbe la prima volta, nella sua carriera. Prima di registrare l'album Gentlemen, nel 1993, gli Afghan Whigs incisero un EP di cover, intitolato Uptown Avondale. “Credo che il modo migliore per schiarirmi le idee sia suonare pezzi di qualcun altro e concentrarmi su qualcosa di diverso, – conferma, – perché quando ascolto e suono la musica di altri faccio qualcosa a me estraneo. Perciò mi è molto utile per prepararmi. Ed è chiaro che il motivo per cui ho fatto il disco di cover è proprio quello di prepararmi al prossimo album, a cui sto lavorando.”

In un'intervista rilasciata a PopMatters, Dulli aveva anticipato che il titolo del suo prossimo album sarebbe stato Period Rush, trattandosi di un lavoro fortemente 'storico', venato da costanti riferimenti alla musica degli anni '70 a ritroso fino agli anni '30. Ma pare che non sarà così. “Ora, invece di un album, ho una canzone intitolata Period Rush. Il titolo dell'album sarà invece Powder Burns. Si presta a molte interpretazioni, e lascerò chi lo ascolta libero di trarne le sue conclusioni,” conclude con una risata rauca. Non dice nulla sul tema principale, spiegando che “qualsiasi cosa vi dicessi vi rovinerebbe l'ascolto del disco: non so mai dire a nessuno di cosa parlano le mie canzoni, perché una volta scritte, non sono più mie”.

Ci fa sapere che l'uscita dell'album è prevista per gennaio 2006, e ci dà anche un interessante scorcio sul suo processo creativo, quando gli chiedo che tipo di compositore è: “Sono un compositore narrativo, – risponde, – e credo sia perché ho scritto brevi storie e copioni, e devo seguire un qualche percorso lineare, se non altro per me stesso. Scrivo le canzoni per me stesso, e solo quando riesco a dargli una forma presentabile prendo in considerazione l'idea di suonarle per qualcun altro. Sono alla costante ricerca dei cosiddetti 'bookends': la canzone di apertura e quella di chiusura dell'album. Una volta trovati, sarà molto più facile scrivere quello che va in mezzo”. E per il prossimo album Dulli ha già trovato almeno uno di questi bookends: ”Non ho ancora la canzone finale, ma ho quella che aprirà l'album, che è quella un po' più importante per me, perché tra i due bookends il primo è quello che sbloccherà il lavoro che andrò a fare. Ora la scatola è aperta”.

Pages: 1 2 3