Alla ricerca dei Bookends – Intervista a Greg Dulli dei Twilight Singers

In effetti è con una delle canzoni di cui non è mai stata fatta una cover che Dulli pensa di aver imparato di più, cambiando le sue impressioni sul brano suonandolo e registrandolo: “Credo che sia Hyperballad più di qualunque altra. In realtà sento come se avessi portato alla luce ciò di cui pensavo che Bjork stesse parlando. Quella canzone è sempre stata in un certo senso astratta, per me, e credo di aver trovato il suo significato registrandola. Che sia o meno quello che lei voleva esprimere, è quello che io ritengo che sia”.

Non solo l'album ha ricevuto apprezzamenti da tutti, da Mojo a Playboy, ma le versioni dei brani hanno anche ricevuto elogi dai rispettivi autori, per esempio sia a Bjork che a Martina Topley-Bird sono piaciute molto rispettivamente Hyperballad e Too tough to die. E inoltre, quando ancora ne faceva parte, con gli Afghan Whigs ha ricevuto elogi da Barry White e da Mick Jones per le cover di Can’t get enough of our love e Lost in the Supermarket. Dulli è modesto, ma si può sicuramente affermare che è orgoglioso degli apprezzamenti che le sue versioni hanno ricevuto: “E' un homage, e quando l'autore o l'autrice stessa apprezzano quanto fatto, davvero non ti puoi preoccupare di quello che dice chiunque altro, no?”

Per un artista che è un paroliere e un ammiratore dal gusto eclettico, cosa ha significato andare in turnée e lavorare in Italia, e ascoltare musica italiana? “Sono sempre stato una specie di nomade. Ho vissuto in una miriade di posti. Stare in un posto troppo a lungo mi mette addosso un certo disagio. Mi fa vedere la vita in maniera diversa. Sicuramente ascolto la musica italiana – a volte è molto buona, e a volte, come in qualsiasi altro Paese, fa cagare. Gli Afterhours, e Manuel [Manuel Agnelli – il principale compositore degli Afterhours e a volte tastierista per i Twilight Singers] sono particolarmente dotati. Manuel è una persona molto concentrata, molto presente, e in un certo senso timida, ma quando sale sul palco diventa una bestia. Penso che aiutare qualcuno ad esplorare la propria ispirazione così a fondo come fa lui, e anche il resto del gruppo, ispira notevolmente anche me”.

Che mi dici del problema della lingua? Riesci a percepire tutto l'effetto della musica senza comprendere il testo? “Penso di si! – risponde convinto. – L'album che sto ascoltando di più in questo momento è Lágrimas Negras, ed è di Bebo e Cigalla. Bebo è un ottantacinquenne pianista cubano. Cigalla è un trentacinquenne cantante spagnolo. Non so di cosa parlino esattamente le loro canzoni. Posso farmi un'idea leggendo i titoli. Il titolo dell'album è 'lacrime nere'. Non ho assolutamente bisogno di capire i testi, perché posso capire dal timbro della sua voce cosa sente, e ciò che si aspetta che io senta. Sai, sono sempre stato uno scrittore e un cantante 'fonetico'. I soli suoni delle vocali valgono il prezzo del biglietto [ride]”.

Non per insistere, ma oltre alle ovvie caratteristiche ritmiche, in un buon testo c'è anche un effetto narrativo, in particolare in compositori come Dulli. Se hai scritto un testo che ha un significato, non è importante che se ne capiscano le parole? Insiste sull'importanza del ritmo e dello stato d'animo: “Io scrivo sempre la musica prima, quindi creo una melodia basata sulla fonetica. Fatto questo, posso sedermi e adattare le parole ai suoni che ho fatto con la mia bocca. Credimi, scrivere testi è molto importante per me, e quando comincio ci vuole un sacco di tempo, ma per la vera e propria melodia, quasi sempre devi aver fiducia nel tuo primo istinto”. E, a giudicare dal suo curriculum musicale, chi siamo noi per discutere?

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