Patate in insalata alla Parmentier – reportage de cuisine

Nella cucina di mia madre campeggia una bella nomenclatura parigina illustrata di pommes de terre: una ventina di varietà di patate con nomi sopraffini, da Belle de Lorraine a Négresse Patrage.

La popolarità di cui la “radice di Hannover” gode in terra di Francia ha astute radici pubblicitarie che si collocano in quella terra di mezzo tra la storia e l'aneddoto.
Bistrattata in Europa sin dall'arrivo dal Nuovo Mondo e relegata ad alimento per poveri e animali, la patata avrebbe in realtà potuto risolvere i problemi di carestia e denutrizione del XVIII secolo.
Di ritorno dalla guerra dei Sette Anni, salvato dalla sua alimentazione basata sul tubero, per convincere la Francia della sua bontà e del valore nutrizionale, il chimico e agronomo Antoine-Augustin de Parmentier (1737-1813) ideò una vera e propria campagna di comunicazione persuasiva.
Nel 1767 organizzò a Versailles una cena destinata alla storia, con venti superbe portate, che vedevano tutte la patata come protagonista e dilettavano le papille di nobili, scienziati e illustri ospiti stranieri. I giornali di tutta la nazione fecero da risonanza alla “cena delle patate”.
Parmentier convinse quindi il re e la nobiltà a coltivare il tubero nei propri giardini, con tanto di guardie che proteggessero i recinti, innescando nella coscienza della popolazione un'associazione semplice ma efficace di proibizione e desiderio. Nel 1786 portò a corte dei fiori di patata per l'occhiello del re e i capelli della consorte.

Parmentier aveva vinto: la patata era stata dotata di snob appeal: il consumo di corte non poteva che sedurre le folle e indurle ad imitare la tavola del re.
Nel 1789, alla vigilia della presa della Bastiglia, cominciò la semina su larga scala.

In onore del suo 'pubblicitario' e della nazione che le ha reso giustizia, la ricetta che segue coniuga la patata con un delizioso intingolo in tipico french style, realizzata però con ingredienti tradizionali e di sicura presenza in frigo e dispensa!

COSA TI SERVE (PER 4 PERSONE):

4 uova
750 g. di patate
6 cucchiai di aceto (o aceto balsamico)
6 cucchiai di brodo caldo
125 g. di maionese
1 bicchiere di panna da cucina
1 pizzico di prezzemolo essiccato
qualche ciuffo di prezzemolo fresco
sale q.b.

COME SI FA:

1. Preparate una piccola quantità di brodo di dado.
2. Immergete le uova in un pentolino d'acqua e dal bollore lasciatele rassodare per 7 minuti. Passatele sotto l'acqua corrente e sgusciatele.
3. Lavate bene le patate e mettetele in una casseruola coperte d'acqua. Da quando comincia a bollire, calcolate mezz'ora prima di toglierle dal fuoco. Quindi sbucciatele ancora calde, tagliatele a cubetti e mettetele in una terrina.
4. In una scodella mescolate bene 3 cucchiai di aceto con 6 di brodo e una presa di sale. Versate il miscuglio sulle patate.
5. Tritate finissimamente 3 delle uova sode e versate anche questo composto nella ciotola con le patate.
6. Amalgamate in un'altra scodella la maionese, la panna, un pizzico di sale, l'aceto che resta e il prezzemolo essiccato. Aggiungete tutto alle patate, mescolate delicatamente e lasciate riposare per qualche minuto, o per una mezz'ora se desiderate un'insalata fredda.
7. Disponete tutto in un'insalatiera o direttamente nei piatti da portata, e guarnite con delle fettine rotonde ricavate dall'uovo rimasto e con i ciuffi di prezzemolo.

VARIANTE

Per una leggerezza maggiore, potete usare un vasetto di yogurt al posto della maionese. Accompagnare con un Fiano di Avellino, bianco irpino DOCG leggero e fruttato.