I Mau Mau tra presente e passato, da Torino ai Caraibi – Intervista con il leader del gruppo, Luca Morini.

Fin dal 1991, data che segna la loro nascita, sorta dalle ceneri dei Loschi Dezi, un gruppo dell'underground torinese, i Mau Mau portano con loro la voglia di essere diretti, di poter esprimere dal vivo il loro suono semplice e composto da tre persone e un megafono.

Mau Mau era il gruppo ribelle che in Kenia si opponeva alla colonizzazione inglese, Mau Mau sono ancora oggi nel dialetto piemontese quelli che vengono da lontano, poveri e magari scuri di pelle e Mau Mau è una band che suona al ritmo dei balli popolari e feste paesane, che canta testi che raccontano storie di gente comune e multietnica in una miscela di lingue differenti. Risulta difficile per questo motivo catalogarli in un genere musicale diverso da quello che comunemente si definisce patchanka.

Sono passati 15 anni dagli esordi e i Mau Mau dopo una pausa di ormai 7 anni tornano con un nuovo album, al fine di proseguire il loro processo di “evoluzione continua”, come l'ha chiamata il leader del gruppo Luca Morini nell'intervista che ha rilasciato per TMO. Con Dea, registrato tra Torino, il Salento, Parigi e i Caraibi, il gruppo riesce a realizzare un semplice e allo stesso tempo maturo disco capace di far ballare, sognare e pensare, viaggiando al ritmo di percussioni etniche, chitarra e fiati, ma anche melodie immediate e poesia, in compagnia delle solite contaminazioni di culture e lingue.

Nell'intervista la chitarra e voce dei Mau Mau parte raccontando con quale entusiasmo stanno vivendo quest'ultimo elettrizzante periodo della loro nuova avventura musicale, facendo trasparire la grande voglia di suonare dei vecchi tempi. Tuttavia non si ferma solo alla musica proseguendo con l'umiltà e pacatezza che lo distinguono, spazia dalla fusione di arti differenti ai piacevoli ricordi di progetti passati, dalle tante collaborazioni artistiche della band alle sue personali idee su alcune tematiche di attualità.

Partiamo dal presente, parlando di Dea. Com’è andata la presentazione del vostro nuovo album a Milano venerdì scorso [il giorno 17 marzo a Milano, presso Feltrinelli in Piazza Piemonte NdR] ?

Luca Morini: E’ andata molto bene; siccome tra l’altro avevamo a disposizione un pianoforte abbiamo eseguito un paio di brani con piano, chitarra e voce, cosa che non fa parte del nostro solito sound.

Quali brani avete suonato?

Luca Morini: Abbiamo fatto Dea e Souvenir de Tulum, una ha una componente piano, l’altra per niente. Ad ogni modo l’inizio di questo primo periodo appena uscito il disco è elettrizzante. Stiamo verificando che c’è una bella accoglienza, abbiamo fatto un album che ci piace molto e abbiamo una gran voglia di farlo sentire alla gente.

Prossime date in programma?

Luca Morini: Per il momento solo date di presentazione del disco, prima di giugno non faremo concerti dal vivo, a parte il 23 aprile, a Torino dove, siccome si inaugura la città come capitale mondiale della letteratura per il 2006, faremo un concertone insieme a Marlene Kuntz, Subsonica. Metteremo insieme sia letteratura che musica cercando di combinare un poco queste discipline.

A proposito di fusione tra arti, nel 1997 avete eseguito dal vivo la colonna sonora del film inaugurale del Festival Internazionale del Cinema Sportivo di Torino, cosa ricordi di quell'esperienza?

Luca Morini: Molto spesso cerchiamo di unire la musica strettamente suonata ad aspetti visuali a livello di performance dal vivo. Addirittura quella volta avevamo messo insieme una banda da strada di fiati che ha sfilato per le strade della città prima di essere poi accompagnata da una serie di immagini delle prime olimpiadi della nuova era, del 1892. Da lì è nata questa costola che avevamo definito Banda Maulera che ha fatto anche apparizioni all'estero come banda di strada ed è stato molto divertente.

Anche Fabio ha scritto canzoni per alcuni film italiani ultimamente?

Luca Morini: Si, ha scritto canzoni per parecchi film e da questo progetto sono poi stati pubblicati due dischi.

Parlaci invece del tuo album da solista.Luca Morini: Io ho puntato molto di più sulla parte letteraria e quindi ne è uscito il libro Mistic Turistic, un progetto molto obliquo, perché c'erano basi di musica elettronica mentre io facevo reading di vari racconti e da questo ne è venuto fuori anche uno spettacolo che ha girato per l'Italia e per altro l'unico video di reading tutt'ora mai pubblicato e trasmesso su Mtv che è un canale prettamente musicale.

Pensa che nemmeno Lou Reed che leggeva e reinterpretava passi di Edgar Allan Poe per il suo album da solista Raven è mai stato trasmesso. A proposito di testi che tu scrivi, nelle canzoni Qualcuno verrà da te e Cannibal del vostro ultimo album ci sono accenni alla situazione politica italiana, ma senza slogan diretti. Qualcosa da dire a proposito?

Luca Morini: Noi abbiamo sempre come linea cercato di evitare lo slogan un po' terra terra. Gli aspetti sociali e politici dell'ultimo anno in questa nazione hanno interferito non poco con la composizione dell'album. Poi in alcuni pezzi, quelli che hai citato sono tra i più evidenti, c'è una presa di posizione abbastanza chiara. Poi io non amo lo slogan perché è troppo di facile presa, preferisco lavorare sulla musica, pretendo una lettura più approfondita dei testi. Detto tutto questo, comunque in Qualcuno verrà da te c'è forse l'unico slogan di tutto l'album che è “la legge non è uguale per tutti”.

Cannibal invece è una macchietta nata un po' da quella visione delle barzellette, dove c'è la classica coppia di esploratori che si trovano nel pentolone dei cannibali, pronti per essere mangiati. Giocare sull'associazione in cui noi siamo i due esploratori nella pentola con l'acqua che sta per iniziare a bollire era molto divertente e facilmente interpretabile in chiave politica attuale.

A proposito di politica volevo sapere cosa pensi della musica peer 2 peer, scaricabile da internet gratuitamente e del problema sui diritti d’autore? Siete d’accordo con l’idea di una legge repressiva come quelle appena approvate in Francia e Germania?

Luca Morini: Non so nello specifico in cosa consistono queste leggi. E' un tema molto delicato. Ovviamente siccome la tecnologia consente tutta una serie di attività io credo che la strada della repressione di questa pratica sia una presa di posizione sbagliata. Ha molto più senso prendere atto del fatto che questa sia una nuova modalità per poter usufruire della musica così come delle immagini e lavorare preso questo come punto di riferimento, come punto di partenza e non cercando di andare contro corrente, perché tanto questa è ormai la linea: chiunque può scaricare musica dalla rete e io lo trovo un ottimo modo per venire a conoscenza di un sacco di roba che altrimenti non si avrebbe l'occasione di conoscere.

Pages: 1 2