Cinegael Paradiso. La storia di un regista irlandese di seconda generazione: intervista a Robert Quinn.

Il regista irlandese Robert Quinn è cresciuto in un cinema. Non è un cliché per dire che gli sono sempre piaciuti i film e che in gioventù ha speso tutti i suoi risparmi frequentando sale cinematografiche. No, Rober Quinn è cresciuto in un cinema nel senso letterale dell'espressione. Suo padre, il regista Bob Quinn, fondò negli anni '70 il Cinegael, cinema indipendente in lingua gaelica, in cui appunto si proiettavano film in lingua irlandese. E' un'infanzia che Quinn ha portato sullo schermo in Cinegael Paradiso – Once upon a time in Connemara [N.d.T.: Cinegael Paradiso – C'era una volta in Connemara; Cinegael è il termine gaelico per Cinema].

“Originariamente il film doveva essere incentrato sul cinema in cui vivevamo, e niente più,” spiega Quinn. “A dire la verità, divenne qualcosa di più di questo a causa delel interviste che inizia a fare. Non solo a lui, a mio padre, ma anche a mia madre. Mia madre rappresenta una gran parte del tutto. C'erano tutti questi rivoluzionari pazzoidi in giro che giravano film in Irlanda occidentale. Era come essere nel bel mezzo del Messico negli anni '50, e questo gruppetto arrivò senza TV, senza elettricità e iniziò a parlare di metter su un'industria cinematografica. Era come spingere il carro senza i buoi, o qualche cliché del genere. C'era però qualcosa in tutto ciò che mi affascinava, e in qualche modo mi piacerebbe tornare indietro e rifare tutto da capo.”

Quinn appartiene quindi alla seconda generazione di registi irlandesi. E' cresciuto all'interno di un'industria già esistente, pur se frammentaria. “Non avevo alcun interesse specifico per i film,” ammette ridendo. “A casa c'era sempre tutta questa febbrile attività, gente che andava e veniva con le cineprese, che girava scene, e cose del genere. In casa avevamo una moviola, per esempio. Era una situazione strana, non che io abbia deciso di punto in bianco una mattina leggendo il giornale: 'Mi piacerebbe fare questo'. Qualche volta anzi mi chiedo cos'altro potrei fare se non film, perché fa talmente parte del mio retaggio.”

Il suo lavoro retribuito fu sul set del film, premiato con l'Oscar, Il mio piede sinistro, e nel corso dei quindici anni successivi, si è fatto strada, imparando costantemente. Da La moglie del soldato al terribile Cuori ribelli a Nel nome del padre, se si tratta di un film importante girato in Irlanda, è probabile che Quinn vi abbia lavorato, dalla modesta posizione di galoppino su su fino a assistente alla regia. “E' la migliore scuola che ci sia a voler essere onesti. Niente ti può più intimidire dopo che l'hai fatto!” E lui sì che può dirlo, dopo esser tornato all'università per un master in studi cinematografici.

In realtà, come dimostra Quinn, non deve per forza essere una scelta obbligata fra l'uno o l'altro, e anzi il frequentare una scuola di regia può esaltare il talento di un regista. “Ho frequentato un master in cinematografia e questo mi ha aperto gli occhi sulle incredibili possibilità che ci sono per chi fa un film oggi. Puoi cullarti nell'idea che sia solo una questione di inquadrature, campi lunghi e primi piani. Una delle cose che ho notato a proposito dei nuovi registi di successo è il loro occhio estetico, la ricerca di quelle cose che appagano l'occhio. Quindi adesso ho un modo nuovo di guardare alla regia.”

Il debutto di Quinn come regista, Dead Bodies [Cadaveri], vincitore del Premio del pubblico al Festival internazionale Cinénygma in Lussemburgo, è un thriller , una produzione a basso costo che finora è stato distribuito in più di venti 'territori' (in gergo cinematografico). Fu, a suo dire, uno di quei film che “ottenne più di quanto ci si apsettasse”. Mentre ha ricevuto le lodi della critica e una buona quota di audience, non ha incendiato i botteghini. Ma, pragmaticamente, non ne aveva bisogno. “Non ha avuto un gran successo ai botteghini,” ammette, “ma ha permesso a me di essere considerato come un regista, e al produttore come tale, quindi chi se ne frega se non ha fatto soldi? Non ci si può sedere sui propri allori, particolarmente quando questi non sono un granché. Avevamo un budget limitato e una telecamera ad alta definizione – qualcosa di intentato ai tempi in questo Paese – e ne abbiamo ricavato qualcosa [di valido].”

Riposarsi sugli allori non è qualcosa con cui assoceresti Quinn. Pur se piovevano lodi da parte della critica sia per Dead Bodies che per Cinegael Paradiso, lui era già passato al lavoro successivo, Breakfast on Pluto [N.d.T.: Colazione su Plutone], come primo assistente alla regia per un veterano del cinema irlandese, Neil Jordan (La moglie del soldato, Intervista col vampiro, Michael Collins, ecc).

“Jordan era davvero bravissimo,” si entusiasma Quinn. “Ogni volta che faceva qualcosa, era da 'WOW', in quanto erano cose cui tu neanche avresti pensato. Solo dopo quattro mesi, quando cominci a vedere il film nella sua interezza, che ti rendevi conto del suo modo di pensare e chiedevi a te stesso 'sarò mai capace di pensare in questo modo?'. Continua, “Una sera dopo le riprese, mentre bevevamo qualcosa insieme, chiesi a Jordan, 'Come fai?' e lui rispose, 'Credo incondizionatamente in ogni film che faccio. Ci metto tutto il cuore e l'anima', ed è questo che devi fare da regista. Devi andare al di là della semplice convinzione che ciò che stai facendo sia il tuo lavoro e basta. Anche se si tratta di una commedia a basso costo, che è quello che mi accingo a fare ora, devi metterci cuore e anima.”

Jordan non è solo un regista di successo, ma anche un apprezzato scrittore. Fino a che punto aiuta esserlo? “Neil Jordan è un grande scrittore,” afferma Quinn. “Alcuni registi possiedono il talento di fare entramebe le cose. Personalmente ho rinunciato, per il momento, alla scrittura. Mi interessa maggiormaente ciò che hanno da dire gli altri. Dopo l'uscita di Dead Bodies ho ricevuto un gran numero di copioni, la maggiroparte dei quali non erano un granché. Alcuni erano molto validi, e più o meno tre di essi mi colpirono e credo ci sia una buona possibilità di realizzarli. Ecco come funziona.”

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