Bell X1

Quando ascolta un gruppo chiamato The Sundays, gli viene in mente di quando lavava la macchina di suo padre. Viveva ancora a casa in quel periodo, ma i suoi viaggi pendolari si erano allungati rispetto a quando frequentava i Salesiani. “Mi piaceva da morire frequentare l'università, e non per le lezioni”, dice a proposito del tempo passato al Trinity College [Dublin]. “Mi sembrava liberatorio. Adoravo l'idea di avere delle ragazze intorno: avevo frequentato una scuola maschile e col senno di poi penso che fosse veramente innaturale. L'università era corroborante, sebbene credo che avrebbe potuto essere un'esperienza ancora più ricca se non avessi abitato a casa.”

Trascorse un'estate negli Stati Uniti e una a Parigi. Una volta andò anche a Jersey. “Passai sei settimane a suonare per strada a St. Hellier, e quella volta era illegale suonare per strada, dovevi avere una licenza e per ottenerla dovevi avere un lavoro a tempo pieno! Per cui io lo facevo e basta. Era la prima volta che ai musicisti era permesso di suonare per strada, per cui c'era un gran interesse. Ero con la mia ragazza di quei tempi, e la polizia non ci chiese mai la licenza. Ma quando tornai a casa, mi arrivò una licenza per posta!”

Si ricorda di quando registrò una cassetta con i trenta successi di Larry Gogan, una domenica pomeriggio. Non tenne mai in maggiore considerazione i testi piuttosto che la musica, ma qualche volta dei brutti testi diventano un vero e proprio ostacolo. “Mi piacevano delle canzoni da giovane. Amavo Graceland di Paul Simon, e la trovavo meravigliosamente colorata e divertente. Mi piacevano alcuni pezzi dei Police, i cui testi mi sembravano fantastici. A volte i brutti testi non li capisco, o almeno quelli che a me sembrano brutti. Ma se prendi una canzone come Wonderwall, che credo sia una grande canzone, ma che non significa niente. Quella canzone comunica qualcosa a dispetto del testo che non significa nulla. Mi piacciono da morire i testi di Nick Cave; c'è una sua canzone dall'album The Boatman's Call intitolata Are You The One That I've Been Waiting For, che dice 'le corde del mio cuore si fanno sentire lungo tutte le mie vene'. Mi sono innamorato di questo verso da quando l'ho sentito la prima volta. Tra i miei [versi], non ne ho di preferiti. Durante la turnée ora ci sarà da divertirsi, perché alcune canzoni prendono vita quando inizi a suonarle dal vivo e certi versi si animano proprio perché si riesce a sentire una vera e propria partecipazione e un senso di aspettativa. Nella canzone Next to You tratta dall'ultimo album, c'è un verso che fa 'e quei ricordini sacri di Knock che arrivano dalla lontana Cina', e mi pare sempre che al pubblico piaccia un casino cantarlo.”

Cosa ti piace della musica? “Non è qualcosa che puoi quantificare. Come linguaggio, credo che sia molto più comunicativo e che arrivi a toccare delle corde dove gli altri non giungono.”

***

“Mi dà parecchio fastidio la stampa negativa”, risponde quando gli chiedo della reazione a Flock, l'ultimo album dei Bell X1. “Mi piace pensare di essere immune, invece… Mi piacerebbe pensare che alla gente piace quello che facciamo… quindi l'opinione degli altri su quello che facciamo o su di me personalmente mi importa. Mi faccio affliggere di continuo dai dubbi.”

Hanno successo i Bell X1? “Sì”, risponde. “Non abbiamo successo in termini economici, nel senso di vendere vagonate di dischi, quindi non so che influenza avrà quello, ma sono certo che un'influenza l'avrà.” Che cos'è il successo allora? “Fare dei buoni dischi, essere in grado di supervisionarli mantenendo un certo grado di 'appetito' per quello che si fa, sfidare se stessi e non essere mai soddisfatti”, dichiara. Passerà un po' di tempo prima di sapere se Flock venderà delle “vagonate di dischi”. Inizialmente il loro successo potrà essere confrontato con quello del loro album precedente e su questa nota, Noonan ritiene Flock un disco molto meno personale. “Credo che tematicamente sia un disco molto diverso da Music in Mouth. Pensavo, o almeno mi piace pensare che sia molto più coerente, ma ci sono veramente pochi temi… Credo che l'Irlanda moderna e come noi ci troviamo ad essere la prima generazione in un'Irlanda da mondo industrializzato sia un tema abbastanza forte. E i sentimenti ambivalenti che ho io in proposito, se sia un bene o un male e come abbia tolto molto alla nostra identità nazionale.”

“Ci sono certe canzoni che hanno un significato ben preciso. C'è una canzone intitolata Rocky Took A Lover che … Ho abitato nel quartiere di Smithfield a Dublino per molti anni e c'era un barbone che viveva nella nostra via e di solito dormiva all'aperto sul retro della nostra casa, su un giaciglio di legno e una mattina ci siamo alzati, ogni tanto gli portavamo una tazza di tè la mattina o roba del genere, ci siamo affacciati alla finestra e aveva imbarcato! Se ne stava sdraiato là con una donna! Si è alzato e ha sistemato il suo specchietto e la crema da barba sulla cassetta del contatore elettrico e ha iniziato a farsi la barba. Non l'avevamo mai visto radersi prima. E' stato veramente di una dolcezza…. E la canzone immagina la conversazione che avrebbero potuto avere quella mattina. Era un infame quando era ubriaco, offensivo, ma da sobrio era carinissimo e io l'ho immaginato la sera prima da ubriaco, con lei che tentava di tenerlo buono e poi la mattina dopo lui era tutto ottimista, con gli occhi spalancati e 'come è bella la vita'. E lei 'sei un disastro, perché dici così? Non ci credi
sul serio'. E quando lui indica le stelle e dice 'i Re Magi seguirono quella stella', lei che risponde 'Io non credo in Dio, ma se ci fosse un Dio, allora perché il mio culo è proprio all'altezza giusta per essere preso a calci?'”

C'è parecchio senso dell'umorismo nell'album, a mio avviso. “Mi sono sempre piaciuti i testi che strappano un sorriso e mi dà una gran soddisfazione trovare un verso che, si spera, lo farà”, replica. “He Said, She Said è una tirata contro la rivista Heat [rotocalco scandalistico] e tutto ciò che rappresenta. Reacharound parla specificamente dell'Irlanda, della rete di amiconi che si aiutano a vicenda, delle istituzioni tipo Fianna Fáil [partito politico di maggioranza], Garda Síochána [polizia] e il GAA [Gaelic Athletic Association] che prosperano in questa cultura di furbastri e di gentaglia che riesce a fare bella figura e a infrangere le regole, generalmente a spese altrui.”

Sei un romantico? “Sì. Mi piacciono le romanticherie. Mi piacciono le storie belle, la teatricalità nell'arte, e la grandiosità. Ho fiducia nelle persone e penso che le persone siano capaci di fare del bene. Credo sia una lotta, però…”, si lascia trasportare dai propri pensieri prima di tirare fuori il cinismo che, di tanto in tanto, gli appartiene.

***E' quasi ora dello spuntino al polistirolo. “Adoro le turnée”, continua. “Per un gruppo credo che sia divertente, eccitante suonare, salire sul bus. Non vorrei rinunciarvi, non mi piacerebbe se diventasse un lavoro. Mi ricordo quando eravamo in turnée con gli Starsailor, e sembrava che per loro fosse un mestiere.” Fra qualche ora i Bell X1 si esibiranno nel concerto di apertura del tour promozionale di Flock, nell'Auditorium dell'Università di Limerick.

“E' un privilegio poter fare questo per vivere”, afferma. “Qualche volta lo si perde di vista. Quando sento gli altri lamentarsi per il proprio lavoro e dire quanto lo odiano, io non posso credere che trascorrano 40, 50, 60 ore alla settimana a fare qualcosa che odiano. E' veramente triste. Ma credo anche che ci sia un sacco di gente cui piace lamentarsi!”

Paul Noonan non si sta lamentando ma il suo stomaco comincia a borbottare. Se ne va a mangiare. Ha appena finito un album; è a metà dell'ultimo libro di John McGahern, Memoir; sta per cominciare un tour nazionale. E' al suo inizio, metà e fine.


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