Viaggi in terra Maya: Messico e Guatemala in autobus

Flores è abbastanza turistica, da qui si raggiunge Tikal, uno dei centrireligiosi ed amministrativi più importanti per la cultura Maya.Tikal è immensa, sparsa per la jungla. Ormai le piramidi ci fanno unbaffo e scaliamo Templo II e l'altissimo Templo IV (64 m – quiaiutati da scale e passerelle di legno, che sono comunque più sicuredelle antiche scalinate di pietra.) La jungla da lassù sembra unmare verde che si estende fino all'ultimo orizzonte, e le cime degli altri edifici sbucano come icebergs. Ci sono grandi uccelli che sorvolano i templi e le chiome degli alberi, il sole picchia forte, e si sentono migliaia di cicale…. Ti toglie il fiato (non solo per la fatica!!)

Flores-Guatemala City-Antigua, un altro bus notturno, questa voltaclasse economica, più sicuro!!!
Antigua è carinissima, una città coloniale che è diventata patrimonio mondiale dell’umanità. Carina sì ma sembra un po’ un teatrino per i numerosissimi turisti e gli ignorantissimi studenti europei e statunitensi. Ci piace, ma quando usciamo da Antigua per visitare i villaggi circostanti (sul lago Atitlan prima, e quelli attorno Xela poi) il contrasto è scioccante. Il governo sta cercando di ampliare le reti stradale, elettrica, dell'acqua potabile, e di istituire scuole, ma la maggiorparte delle persone – di origine indios – vive al di sotto della soglia di povertà. Secondo Adolfo, agente di viaggio – ladino – che conobbi in Messico in occasione di un precedente viaggio, e che ci porta fuori a bere in locali antigueñi alla moda, le cose non vanno molto meglio rispetto a prima del 1996, anno in cui è stato firmato il famoso accordo di pace che ha in teoria messo fine alla guerriglia. Purtroppo l'armistizio non ha portato la pace e la sicurezza sperate, nè tantomeno un minimo di prosperità.. Le popolazioni indigene vivono ai margini di una società in mano a circa 45 famiglie ladine e delle 23 lingue ufficiali, solo lo spagnolo è insegnato a scuola. Alcune zone del Paese, per esempio il Peten e il nord, vivono isolate, a volte in condizioni estreme, sebbene negli ultimi anni il governo abbia tentato di rimodernare le principali arterie di comunicazione. La gente là si fa giustizia da sola, perché la giustizia statale non esiste. I politici si ‘ricordano’ degli indios solo in tempo di elezioni, quando fanno il giro dei villaggi, offrendo aguardiente agli uomini del paese, per poi caricarli in camion diretti ai seggi elettorali: hey amigo toma aguardiente y vota para mi!
Allora l'atmosfera gaia e rilassata di Antigua è solo una facciata per i turisti e l'UNESCO? A dire il vero anche qui ci sono guardie armate fino ai denti sulla porta dei negozi, e non solo di banche e gioiellerie, ma anche supermercati, negozi di scarpe e farmacie.

I paesini sono comunque affascinanti, con la gente ancora vestita col costume tradizionale, a tinte vivacissime. Viaggiano continuamente su questi autobus anni '50 che scorazzano per tutte le direzioni del paese a velocità impossibili, trascinandosi dietro bambini e bebe’, carichi di frutta o di polli, o tessuti artigianali da vendere ai vari mercatini. Alle fermate, o agli incroci, l'aiutante del conduttore si affaccia alla porta e grida il nome della destinazione finale, anche se questo è correttamente indicato sul bus stesso. Probabilmente lo fanno per aiutare la maggiorparte della popolazione, che non sa leggere o scrivere.Il Guatemala è una contraddizione vivente, un paese turbolento, politicamente e geologicamente (è pieno di vulcani, alcuni ancora attivi). Gli indios sono timidi, e riservati, ma se tu gli sorridi ti rispondono con un sorriso sdentato o di metallo (a seconda del gradodi disperazione). Parlano le loro lingue maya, e uno spagnolo in alcuni casi più stentato del mio. Sono molto religiosi, mischiando a piacimento cattolicesimo con antichi riti maya. In alcuni casi hannopreso ‘possesso’ delle chiese cattoliche e le usano secondo la loro tradizione, senza panche, con candeline colorate accese sul pavimentodi pietra. Adorano i santi, ognuno il suo, secondo l'appartenenza a una cofradia o l'altra.

In Santiago Atitlan visitiamo la casa di Maximón, un idolo di legno che deriva dalla figura di Giuda Iscariota. I gringos devono pagare per essere ammessi alla sua presenza. La stanza è piena di gente, tra i cofradi e i fedeli. Fuori spargono incenso e suonano la marimba. Un cofrade mi prende sotto la sua protezione e mi spiega che Maximon avvera desideri, protegge il raccolto e la salute. Ai lati di Maximón, ci sono altre figure: il Cristo deposto dalla croce, San Giovanni Battista, La virgen Comadrona (ostetrica) che il cofrade mi raccomanda di pregare visto che alla bella età di 31 anni, e con moroso al seguito ancora non ho figli – tento di spiegargli che è una scelta ma sicuramente è al di là della sua immaginazione – qui le donne a 20 anni ne hanno già due o tre).

A Zunil, fuori Xela – vero nome Quetzaltenango – visitiamo un altro Maximón. Questo è ancora più interessante, perché avvera anche le maligne! Se hai qualche vendetta da chiedere, devi comprare candele nere, e offrirgli sigarette ed aguardiente. Altrimenti puoi accendere candele rosse per l'amore, verdi per il raccolto, gialle per la salute, e così via (non mi prendo alcuna responsabilità per l'arcobaleno dei desideri, e vi consiglio di documentarvi prima di riporre le vostre speranze nel colore sbagliato….). Maximón è vestito tipo gangster anni '70, con occhialoni scuri, cappello, sciarpa e stivali. Ai suoi piedi 14 piccole rappresentazioni di Maximón, ognuno con una sigaretta accesa in bocca. Lo spazio antistante la statua è occupato dalle offerte dei fedeli: fiori freschi, acquavite, tante candele colorate e adesso anche due nere in un angolo: i bastardi della rapina sul bus la pagheranno cara!!!!

NOTA: Il diario risale al 2001, e i dati in esso contenuti non sono stati aggiornati.

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