La parola scritta contro il terrorismo – Nadeem Aslam a colloquio con Three Monkeys Online.

Aslam tuttavia è un narratore, prima che un polemista. Uno dei pregi di Mappe per amanti smarriti è che dipinge ritratti dei personaggi con spessore. Al centro della storia c'è una madre, Kaukab, che da sola nella sua famiglia rimane ancorata alla fede. Assieme ad altri familiari sta cercando di accettare la scomparsa di suo cognato Jugnu e dell'amante Chanda. In verità, come tutti, compresa la stessa Kaukab, sanno, ma rifiutano di ammettere a se stessi, la giovane coppia è stata assassinata dai fratelli della ragazza per mantenere l'onore. Kaukab rifiuta di riconoscere questa violenza ed il legame con la sua fede. Nel romanzo lei è allo stesso tempo la vittima ed il carnefice, meritandosi disprezzo e solidarietà in egual misura. “Un sistema che costringe le proprie vittime ad essere i propri oppressori”, concorda Aslam. “Lungo tutto il romanzo mostro donne che cercano di correggere i figli giovani quando non si comportano 'da uomini'”.

Il trattamento delle donne è centrale nel romanzo. Per quanto il termine possa essere in qualche modo svalutato, ingiustamente, una delle definizioni migliori, a mio avviso, per descrivere Aslam politicamente è 'femminista'. “Com'è possibile discriminare 3 miliardi di essere umani solo a causa del loro sesso? Se questo mi rende un femminista, allora lo sono. I poeti sufisti dell'Islam hanno sempre utilizzato le donne come ribelli nella poesia; le donne si battono,
si ribellano e cercano di affrontare le avversità. La vulnerabilità delle donne è sempre stata usata per ritrarre l'intolleranza e l'oppressione delle epoche storiche. Le donne, più degli uomini, hanno cercato di rifare il mondo, e hanno fallito. Ma nei loro tentativi sono diventate parte della storia universale della speranza”.

Da bambino Aslam voleva diventare pittore, e l'arte visiva continua ad esercitare un'influenza forte e riconoscibile nella sua opera. “I colori a matita sono stati il mio primo amore da bambino,” ammette. “Ogni pittore, ogni tradizione pittorica, è diversa, naturalmente. Volevo che ogni capitolo di Mappe per amanti smarriti assomigliasse ad una miniatura persiana. In queste miniature un piccolo pezzo di carta – non più grande di un foglio in A4 – racchiude una ricchezza immensa di bellezza, colori e dettagli. Ogni singola foglia di un albero è eseguita alla perfezione. I fiori sono appena sbocciati ed i rivestimenti a mattonelle dei palazzi e delle moschee sono lavorati con cura. Questo era l'obiettivo di Mappe…”

Se Aslam ha scritto finora soprattutto di immigrazione ed integrazione, o dello scontro tra l'Islam e la modernità, i suoi gusti in fatto di narrativa sono però variegati, come emerge dagli scrittori che cita, come Cormac MacCarthy, Orhan Pamuk, Nayyer Masud, e John Berger, fra le sue letture preferite. Ce n'è uno in particolare che l'ha influenzato, come spiega: “Lo scrittore contemporaneo che amo di più è Michael Ondaatje. Il critico letterario Geoff Dyer una volta disse, riferendosi alla sua tecnica e stile di scrittura, che Ondaatje è uno degli scrittori più liberatori della nostra epoca. Concordo sulla tecnica di Ondaatje, ma in realtà Ondaatje mi ha liberato in un altro modo: quando da studente mi imbattei nei suoi libri ne venni folgorato; ecco un uomo dal subcontinente indiano, come me, che narrava però del jazz di New Orleans, di Billy the Kid, dei macedoni, degli italiani! Avevo letto dei bei romanzi scritti da uomini e donne del subcontinente indiano ma i temi trattati erano o la storia del subcontinente oppure l'alienazione degli immigrati nelle regioni di provenienza dello stesso autore o autrice. Ondaatje mi ha liberato nel senso che mi ha offerto il mondo intero. Ti piace il jazz? Scrivici su, se vuoi farlo, anche questo è permesso. L'alienazione degli immigrati: non guardare solo al tuo gruppo, cerca di capire quel che hanno passato gli altri”.

Da un certo punto di vista, è troppo riduttivo affermare che Aslam scrive di immigrazione, integrazione, Islam, modernità ecc. Tutto ciò forma la colonna portante di Mappe per amanti smarriti, ma uno sguardo alla dedica iniziale rivela un tema più universale. Il libro è dedicato al padre di Aslam, “che mi consigliò all'inizio di tutto, tanti tanti anni fa, di scrivere sempre di amore”. E', nel senso più ampio, un libro sull'amore, e la violenza che accompagna i fallimenti, i tradimenti e le delusioni amorose. Ed è tenendo a mente questo tema che Aslam osserva il contesto in cui giovani anglo-asiatici vanno a farsi uccidere, com'è accaduto in modo tanto drammatico a Londra. “Mi chiedono perché le giovani generazioni di musulmani diventano radicali, perché aderiscono più alla religione di quanto non facessero i loro genitori? E' semplice: tutti noi sappiammo che diventare adulti, che vivere nel mondo dei grandi, vuol dire incontrare dolore e delusioni così come gioie e soddisfazioni. Ogni giorno gli amici ci deludono, gli amanti ci abbandonano, non otteniamo i riconoscimenti che meritiamo, prendiamo decisioni sbagliate e dobbiamo in seguito vivere con le conseguenze di quegli errori. Ma rivolgersi alla religione significa che non dobbiamo più pensare, non dobbiamo più prendere decisioni, ci vien detto cosa pensare, cosa mangiare, come vestire, chi frequentare, a chi parlare. Qualcuno potrà dire che è serenità, ma per me è una fuga! Certo il mondo è ingiusto, ma non dovremmo voler estraniarci da esso o cercare il piacere solo a livello personale – dovremmo cercare di cambiare il mondo per tutti. E allora non fuggire, ma impegnarsi. Questo è quel che sta accadendo alle giovani generazioni di musulmani: vanno via di casa ed entrando nel mondo incontrano dolore e delusione, come tutti, e allora rinunciano facilmente al mondo perché li ha feriti. Dobbiamo tenere d'occhio le moschee – se un giovane è deluso e sfiduciato non dovrebbe avere l'opportunità di cadere preda del mullah estremista – fategli incanalare le sue frustrazioni nella produzione di grandi opere d'arte. Più biblioteche e scuole d'arte e di cinema, meno moschee”.

In un libro denso di dettagli, poesia e sentimento, non manca una rabbia fondata, in Mappe per amanti smarriti, indirizzata ai 'maestri' incontrati, i 'sant'uomini'. Includendo casi documentati di episodi accaduti in Pakistan ed in Inghilterra, Aslam illustra la violenza promossa a livello istituzionale, nel nome della protezione della fede e della comunità. “Se non è permesso a qualcuno di insegnare a scuola senza un diploma, senza una laurea, senza tirocinio, perché cavolo dovremmo permettere a certa gente di lavorare con giovani menti impressionabili nelle scuole di religione senza controllarli prima e selezionarli?” domanda Aslam. “E' assurdo. Se i programmi scolastici devono essere approvati dal governo, come mai i programmi delle moschee non vengono controllati da istituzioni indipendenti? Ma i tentativi di integrazione potranno spingersi solo fino ad una certa soglia. Per esempio, per quanto il governo possa legiferare, non si riuscirà a proibire alla gente di far sposare i figli e le figlie ai cugini di primo grado. Nello Yorkshire i musulmani sono il 10% della popolazione ma entro il prossimo decennio più dell'80% dei bambini nati con malformazioni saranno figli di genitori musulmani dal Pakistan, India e Bangladesh. Sono dei dati preoccupanti ma questi continuano a far sposare i figli ai cugini. E allora, c'è una legge che proibisca di sposare i cugini primi? Nel mio romanzo un bambino impara 'la verità' sull'esistenza in moschea e poi va a dire ai suoi compagni di classe bianchi che le loro mamme e i loro papà andranno all'inferno perché mangiano carne di maiale e bevono alcolici. Si possono fare delle leggi che proibiscano l'insegnamento di questa credenza nelle moschee quando essa è a tutti gli effetti uno dei fondamenti dell'Islam?”

Il prossimo libro di Aslam, che si spera impiegherà meno di 10 anni a scriverlo, è intitolato provvisoriamente The Wasted Vigil e “tratta del coinvolgimento della CIA negli affari del terzo mondo, e sarebbe l'unico dei miei romanzi in cui non figurino pachistani”. E' un assaggio succoso da parte di uno scrittore importante che, nonostante il carattere politico delle sue opere, rimane essenzialmente un artista. Parlando degli obiettivi che si pone con il prossimo libro, Aslam precisa: “Sto eliminando uno ad uno i dettagli e mi sto concentrando sulle figure umane, qualcosa come un Caravaggio, un Goya”.

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