La Bestia nel Cuore

Sabina (Giovanna Mezzogiorno) è la dimostrazione del fatto che con “la bestia nel cuore”, anche se latente, anche se sepolta sotto anni di oblio, non si può vivere serenamente; le bestie del cuore vanno dissepolte, affrontate, accettate e 'digerite', altrimenti non ci si libererà mai dagli incubi, non si sarà mai sé stessi, non si potranno mai abbracciare i propri figli…

La Bestia nel Cuore conquista le sale del cinema italiano in un momento particolarmente importante per la famiglia italiana e il ruolo che da lei è sempre stato ricoperto… periodo di grande rivoluzione e cambiamento all'interno dell'istituzione 'portante' della storia dell'Italia e forse dell'uomo. Istituzione importante, fondamentale, nido di tanti affetti, amori, emozioni e sentimenti, ma forse troppo spesso grottesco teatro e baratro di piccoli, silenti e drammatici episodi quotidiani, che proprio perché consumati nell'ambiente familiare, per definizione positivo e sicuro, restano per lungo tempo ipocritamente e volutamente nascosti, protetti, anch'essi, in nome del “noi siamo uniti, siamo una famiglia, dobbiamo stare uniti e volerci bene”.

La minaccia più forte e grave che il film della Comencini lancia risiede proprio in questa ipocrisia che consente una legittima difesa di veri e propri delitti incestuosi, nascosti dietro un paravento di innocente e ufficiale normalità.Nel film non è solo il gesto dell'abuso sui figli minori a sconvolgere, ma la normalità opaca e ripetitiva con cui tale abuso viene quotidianamente consumato dal padre, osservato passivamente dalla madre e riproposto giorno dopo giorno, senza alcuna espressione di ribellione, in nome della difesa della 'famiglia'. Dinanzi alla richiesta di aiuto da parte dei bambini, la madre giustifica il padre: ”è buono, è malato, è viziato… dobbiamo volergli bene, siamo una famiglia”.

Assume le caratteristiche dell'incredibilità assistere al cambiamento radicale di personalità e atteggiamento in cui viene coinvolto ogni sera il padre, rispetto a come appare e si dimostra durante il giorno: uomo impeccabile, autoritario e rigido insegnante, simbolo di cultura e sapienza che la notte, si appropinqua per anni alla stanza del figliolo, e con voce infantile, debole, quasi impaurita, gli rivolge il solito invito “Daniele, vieni”… Daniele, durante la visita natalizia di Sabina a New York, le chiederà, in preda all'angoscia: “Ma per quale scopo ha studiato e appreso tanto, se poi doveva farci tutto questo male?”

Il film minimizza la portata drammatica dell'incesto mischiando il tormento di Sabina e Daniele con drammi esistenziali di portata decisamente minore: tradimenti, infedeltà, amori saffici, comunque magistralmente interpretati da un cast eccezionale, fra cui va sottolineata la favolosa interpretazione di Stefania Rocca nel ruolo di Emilia, migliore amica, e innamorata, di Sabina, nonché completamente cieca. Drammi familiari decisamente 'minori', ma comunque emblematici della caduta di un'istituzione che per anni ha imperato dall'alto di un fortino di ufficialità e normalità, la famiglia classica, sancita dal matrimonio, che si è potuta proteggere da critiche e ha potuto nascondere, spesso, violenze, abusi e maltrattamenti.

Il film della Comencini acquisisce un valore simbolico particolare in questo periodo in cui il nostro paese sta affrontando il delicato tema del riconoscimento dei diritti civili alle coppie di fatto, coppie simbolo di vere e proprie famiglie, cui manca solo la consacrazione del matrimonio… Forse solo una coincidenza? Ma forse vale la pena pensare se non avverrà nuovamente che, dietro ad una perfetta apparenza, regolare e formale, non vengano celati e tenuti sepolti drammi gravissimi, anche a causa della concentrazione eccessiva deviata verso l'individuazione di punti di debolezza e sacrilegio in queste nuove unioni che, seppur originali e non consacrate, non è detto non siano però più sincere e meno subdole.

Regia di Cristina Comencini.
Con Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Angela Finocchiaro, Giuseppe Battiston, Luigi Lo Cascio, Francesca Inaudi.
Genere:Drammatico