Il prezzo del genio: la sindrome di Asperger e la storia irlandese

Dal punto di vista del lettore è facile farsi sedurre dal pathos e dalla tragedia di questa relazione così come viene descritta nella poesia di Yeats, ma alla luce dell’analisi clinica del professor Fitzgerald, il sentimento più appropriato è la pietà. Secondo Fitzgerald si trattava di una relazione di tipo autistico: “Yeats rimase ossessionato da lei per anni anche se Maud Gonne non aveva nessuna intenzione di sposarlo. Il rapporto con lei era una pura fantasia, completamente irreale. Lei non ebbe mai contatti personali con il poeta e, se si vuole avere una relazione, bisogna che vi siano due partner. Quella era invece una relazione a senso unico, in cui una persona autistica aveva una relazione con se stesso”.

Mentre il mondo della critica letteraria apprezza i contributi di Fitzgerald nei suoi infiniti dibattiti e nelle sue infinite revisioni, la visione di quest’ultimo della vita e della carriera di Eamonn de Valera potrebbe rivelarsi assai più spinosa. In questo caso, la sindrome di Asperger avrebbe influenzato il corso della storia irlandese.

Eamonn de Valera (1882-1975) è una figura dominante della vita pubblica irlandese del 20° secolo. Nato a New York da madre irlandese e padre spagnolo, arrivò in Irlanda da bambino in seguito alla morte del padre. Brillante matematico, de Valera si dedicò all’insegnamento dopo avere conseguito la laurea presso l’odierno University College a Dublino.

Si unì ai Volontari Irlandesi nel 1913 e fu uno dei leader dell’insurrezione contro il dominio inglese in Irlanda del 1916. L’anno seguente fu eletto presidente di Sinn Féin. Fuggito dalla prigione di Lincoln nel 1919, si rifugiò negli Stati Uniti per raccogliere fondi a sostegno della causa irlandese. Rimase in viaggio per 18 mesi, evitando così il coinvolgimento nella guerra di indipendenza irlandese. De Valera tornò in Irlanda nel 1921 ma non partecipò alla parte finale del negoziato anglo-irlandese, che divise l’Irlanda in due parti, il nord, parte del Regno Unito, e il Libero Stato Irlandese, dominio dell’impero britannico.

De Valera e altri erano contrari alla firma del trattato e abbandonarono il Dáil (il parlamento irlandese) dando così inizio alla guerra civile irlandese (Giugno 1922 – Maggio 1923). Nonostante la sconfitta dei seguaci di De Valera, nel giro di dieci anni il suo nuovo partito Fianna Fáil ('I soldati del destino') fu eletto al governo. Grazie al mandato di Taoiseach (premier) prima e a quello di presidente poi, la presenza di de Valera dominò il paesaggio politico irlandese fino agli anni ’60.

Il professor Fitzgerald descrive de Valera come un solitario: “Praticamente non ebbe mai alcuna relazione personale. Sapeva arringare le folle ma non era in grado di rapportarsi al singolo individuo. Era ossessionato dalla matematica, dal potere e dal controllo. Era considerato un tipo strano e non legò con Michael Collins ( ex compagno di de Valera nella guerra di indipendenza che divenne in seguito leader del Libero Esercito d’Irlanda e morì nella guerra civile) che era persona più 'umana' “.

Secondo Fitzgerald, vi è motivo di credere che la guerra civile avrebbe anche potuto non avere mai luogo, se non fosse stato per la peculiare personalità di de Valera: “Per tutta la vita fu ossessionato dal nazionalismo e dalla lingua irlandese. Questo suo atteggiamento influenzò negativamente il suo rapporto con l’Irlanda del Nord; de Valera ne disprezzava i politici e si dimostrò assai insensibile nei confronti della gente. Se non fosse stato autistico probabilmente non avrebbe abbandonato il Dáil dopo la firma del trattato. Vi è un’esile probabilità – forse il 5% – che la guerra civile avrebbe potuto essere evitata se de Valera non fosse stato affetto da autismo”.

Nelle vesti di Taoiseach, de Valera mantenne una posizione di neutralità durante la seconda guerra mondiale, un atteggiamento che il professor Fitzgerald considera tipico dell’autismo, considerata la tragedia che stava colpendo l’Europa. Quando Hitler si suicidò alla fine della guerra, de Valera si recò alla sede dell’ambasciata tedesca in Irlanda a porgere le proprie condoglianze. Fitzgerald descrive questo atto come “assolutamente bizzarro”. E oggigiorno non molti potrebbero contestare questo punto di vista.

Autismo e creatività è incentrato principalmente sul genere maschile. Il professor Fitzgerald spiega che quando cominciò a scrivere il libro sulla sindrome di Asperger si rese conto che le sue osservazioni riguardavano il cervello maschile: “La sindrome di Asperger è una forma e
strema del cervello maschile. Se volete comprendere il maschio nella sua forma più estrema, leggete questo libro. Gli uomini tendono ad essere ciò che io definisco 'sistemizzatori': sono logici e razionali. Le donne tendono ad essere più empatiche, sensibili ai sentimenti altrui, portate alle relazioni sociali e così via”.

Ovviamente non tutti quelli colpiti dalla sindrome di Asperger sono geni creativi ma qual è il corollario di questa tesi? Il professor Fitzgerald cita Temple-Grandon: “Il prezzo della normalità, dell’essere una persona normale, è il non essere un genio. La persona normale sa instaurare delle relazioni con gli altri, ama stare tra la gente e non è molto creativa. Non credo che si possa essere un genio senza presentare qualche anormalità nelle relazioni con gli altri. C’è un forte squilibrio tra creatività straordinaria e personalità immatura. Il prezzo del genio è una carenza nelle relazioni sociali”.

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