Una Strage da non dimenticare – La Strage di Bologna, 25 anni dopo.

Un anno più tardi verrà conferita alla città la Medaglia d'Oro al Valor Civile, “per la tempestività e l'efficienza a salvare dalla morte numerose vite umane”, si legge nella motivazione ufficiale.

La vicenda giuziaria: dalle indagini iniziali agli arresti alle sentenze.

L'ipotesi iniziale fu quella dello scoppio accidentale di una caldaia appartenente alla tavola calda della stazione. Già nel corso della mattinata però si delinea lo scenario ben più sinistro della bomba, quindi di una strage voluta ed organizzata. La conferma all'ora di pranzo: l'Ansa batte il comunicato per cui “Alle 13,46 una voce maschile, forse incisa su nastro, ha detto: “Qui Nar; rivendichiamo l’attentato alla stazione di Bologna. Onore al camerata Mario Tuti””. I Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) sono un gruppo di destra che, senza essere una vera e propria organizzazione o una forza politica, aveva fatta sua l'ideologia fascista, era basato sul principio della violenza e della forza rivoluzionaria, ed era comunque vicino a organizzazioni di chiaro stampo criminale, come la Banda della Magliana, collegata a sua volta a Cosa Nostra. La telefonata si rivelerà, in un secondo tempo, fasulla.

In ogni caso, ci sono diversi elementi che indicano uno stampo neofascista. Partono i primi mandati di cattura, vengono arrestati personaggi neonazisti che si riveleranno in seguito estranei alla strage. Parte dell'inchiesta viene trasferita da Bologna a Roma nella primavera del 1981. Nel frattempo erano stati arrestati, con l'accusa di aver partecipato alla strage, Giuseppe Valerio (Giusva) Fioravanti e Sergio Picciafuoco, più avanti verranno arrestati anche Francesca Mambro e Massimiliano Fachini. I quattro saranno condannati all'ergastolo per strage l'11 luglio 1988, sentenza questa che verrà completamente ribaltata in appello due anni dopo: tutti assolti. A sua volta la sentenza della Corte d'Assise d'Appello verrà annullata dalla Corte di Cassazione nel 1992, quando viene indetto un ulteriore processo d'appello, alla fine del quale verranno confermati tre ergastoli: Fioravanti, Mambro, Picciafuoco. Ne esce invece assolto Fachini. Siamo nel 199
4. Tre anni e tre procedimenti più tardi, anche Picciafuoco verrà assolto in maniera definitiva. Altri verranno condannati per banda armata.

Nel '86, un altro componente dei Nar, Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca della strage, viene coinvolto nelle indagini e accusato di aver partecipato materialmente. Essendo appunto diciasettenne all'epoca dei fatti, il suo iter differisce da quello degli altri accusati, e per qualche ragione che non sono riuscita ad appurare, bisogna aspettare fino al gennaio del 2000 prima che il Tribunale dei Minori di Bologna lo assolva. La sua vicenda non finisce qui e il 9 marzo 2002 viene infine riconosciuto quale terzo esecutore materiale della strage di Bologna. Ciavardini è condannato a trent'anni di carcere.

La Mambro e Fioravanti (casa e bottega, si potrebbe cinicamente suggerire, in quanto fedeli e inseparabili alleati nella lotta eversiva nonché fidanzati storici, sposati dal '85 e felici genitori) sono stati condannati per diversi altri episodi criminali, incluse rapine a mano armata, omicidi, assalti, detenzione illegale di armi, furti, ricettazione, lesioni personali, associazione sovversiva, per cui hanno collezionato 8 ergastoli e circa 85 anni di carcere lei, 7 ergastoli e corca 135 anni di carcere lui, ma si sono sempre dichiarati estranei alla strage di Bologna. Secondo il loro alibi, quella mattina d'agosto si trovavano, latitanti, a Padova, dove dovevano incontrare un loro 'collega' dei Nar, tal Gilberto Cavallini, il quale a sua volta aveva un appuntamento con un pezzo grosso sia del neofascismo che negli ambienti dei servizi segreti, Carlo Digilio. Cominciamo così ad addentrarci nel mondo delle alte sfere, delle organizzazioni segrete, di chi comanda… Prima di lasciare, momentaneamente, quelli che a oggi sono considerati, almeno dalla Giustizia, gli esecutori dell'omicidio di 85 persone, colpevoli forse di tanti piccoli peccatucci, ma certo non meritevoli di morire squarciati da una bomba in una calda mattinata estiva, vorrei ricordare come, a dispetto delle plurime condanne a loro carico, e dell'ammissione di molte delle azioni che li hanno portati in carcere, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti sono, oggi, in grado di passeggiare sulla battigia, scrivere articoli, editoriali, libri, partecipare a convegni, andare a fare shopping, mangiare al ristorante, pontificare sul perdono divino da cittadini semi-liberi.

E Ciavardini? Ha sempre sostenuto di essere stato con gli altri due il giorno 2 agosto, è stato accusato da testimonianze di pentiti, amici/fidanzate di pentiti, e a causa sua affiliazione ai Nar. Ha recentemente scritto un libro-intervista, redatto da un giornalista freelance romano. Anche Ciavardini si è sempre professato innocente, la sua posizione è stata parzialmente rivista nel 2004 dalla Corte di Cassazione, che ha confermato la condanna per banda armata ponendo però in dubbio il suo coinvolgimento quale esecutore materiale della strage.

La vicenda giudiziaria 2: i depistaggi, i servizi segreti e la P2.

I Nar sono descritti, come abbiamo visto, quasi come un movimento spontaneo, una sigla dietro cui poteva celarsi qualsiasi azione di terrorismo, di rivoluzione armata, di violenza a matrice nera. Era un po' il franchising dello squadrismo anni '70. E' azzardato un paragone con i giorni nostri e le – presunte – ripetute rivendicazioni di Al Qeida? Lascio agli esperti di terrorismo internazionale il verdetto. Quel che va detto è che nel corso delle indagini legate ad alcuni episodi rivendicati dai Nar, incluso quello della bomba del 2 agosto 1980, sono comparse molte altre entità che si sono rivelate, se non provatamente, almeno sospettabili di collusione con i Nar e le violenze 'nere' di quegli anni.

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