Quei momenti che scottano la lingua – Intervista a Chuck Palahniuk

Le idee personali, politiche e le grandi idee

C'è un documentario affascinante, Postcards from the future [N.d.T.: Cartoline dal futuro], registrato ad una conferenza promossa dai fan e dagli studenti migliori dell'Università Edinboro della Pennsylvania, per discutere dei lavori di Palahaniuk. (Includeva interventi come Freud e Fight Club e La Salvezza attraverso lo Scetticismo: Il Culto come Fenomeno Sociale nei romanzi di Palahaniuk). Palahaniuk era presente ed ha partecipato alla conferenza. Durante un gruppo di lavoro ha proposto che la narrativa in se stessa è, e potrebbe essere, una forza motrice per un cambiamento sociale, molto più efficace delle manifestazioni in strada. “Sono arrivato a questa consapevolezza osservando semplicemente come l'uomo agisce. Ora, dopo quarant'anni di proteste e ribellioni, l'unica realtà che ci viene presentata, attraverso la pubblicità è: Compralo. Vivi così. Assomiglia alle top-model… È arrivato il momento di smetterla di protestare – e quindi di dare più potere al nemico, rafforzando il nemico attraverso l'opposizione – ed è ora che gli uomini comincino a proporre il proprio punto di vista per vivere meglio. Non solo prodotti, ma nuovi progetti per vivere diversamente. E, di nuovo, quei modelli probabilmente cominceranno con parole, in forma di regole, obiettivi, filosofie, dichiarazioni, osservazioni.”

E l'osservare come l'uomo agisce è una colonna portante di Haunted, un libro in cui gli scrittori si trovano imprigionati assieme, per soffrire e per credere che la loro stessa sofferenza possa a sua volta tramutarsi in fama. I critici lo hanno etichettato, senza indugi, come uno schiaffo satirico alla cultura della reality-TV degli ultimi anni. “Non ho mai voluto che Haunted rappresentasse una parodia della reality-TV, – controbatte Palhaniuk. L'ultima trasmissione di questo genere che ho visto è stato An American Family, negli anni '70. Non posseggo un televisore dal 1990. Haunted vuole piuttosto esprimere come le persone si creino un'identità mediante le corcostanze esterne, mentre si rifiutano di plasmare le proprie personalità partendo dalle proprie volontà ed intenzioni. La gente sembra più contenta di lamentarsi per la propria sofferenza, piuttosto che di creare un mo
ndo senza quella sofferenza; sembra sia innamorata dei drammi e dei conflitti – ma rifiuta di ammetterlo. Adoriamo quando ci troviamo nella merda o, per meglio dire, quando facciamo di tutto per finirci dentro. E quindi adoriamo lamentarci di tutto questo. E come se non bastasse, vogliamo una ricompensa alle nostre lamentele. Tutti sono dei critici, ma pochi si preoccupano di creare qualcosa. Possiamo dire ciò che è sbagliato ma a nessuno interessa correggerlo.”

In Diary, la voce narrante, una pittrice mancata, scrive a suo marito, che giace in coma. Detta così è ovviamente riduttivo: il marito ad esempio ha tentato il suicidio, lasciandosi diversi problemi alle spalle, mentre sua moglie medita sulla vita che avrebbe avuto senza di lui. C'è un motivo per cui si potrebbe affermare che Diary è un romanzo autobiografico, nel senso che descrive l'essenza dell'artista e i tormenti delle persone creative. Si può dire che l'arte, sia essa letteratura, pittura, o musica, nasce dalla sofferenza? Le persone felici, possono avere talento artistico? “Nel modo in cui scrivo, devo esplorare ed esaurire completamente un problema personale, nascosto nel racconto – risponde francamente. – Da quando ho iniziato, senza nessuna speranza di soldi o attenzione, avevo bisogno di una certa ricompensa per lo sforzo dello scrivere. Dovevo divertirmi. E nel contempo, elaborare e risolvere alcuni problemi. E questo rappresenta ancora il modo in cui scrivo. Così ho cominciato ogni libro con un problema, qualcosa di personale che non posso risolvere e che non posso tollerare. Un malattia, un trauma, una relazione fallita, una delusione o la morte. Mascherando il tutto con una metafora, posso ricercare, scrivere e vivere tra la gente, ma sempre esplorando ed esaurendo completamente la mia reazione emotiva a tale turbamento. La gente felice non ha bisogno di questo tipo di terapia. Riportando il tutto ad un livello fisico di base, una malattia, un trauma o un crollo emotivo, ti riducono su una sedia, abbastanza a lungo da poter creare qualcosa. L'incapacità dà la possibilità di imparare l'abilità di cui si ha bisogno per concretizzare le proprie idee. La gente sana e contenta (o sotto Zoloft) è troppo occupata a correre qua e là, a divertirsi, per preoccuparsi di come imparare a dipingere.”.

Il lavoro di Palahniuk può sembrare oscuro, ma lui ha il coraggio di essere creativo, e di puntare in alto. Con Guts per esempio, il racconto da svenimento, rivela che il suo “obiettivo era quello di scrivere una sorta di 'pietra miliare' dell'horror, come La lotteria di Shirley Jackson. Quando il racconto classico di Jackson fu pubblicato per la prima volta sul New Yorker negli anni '50, centinaia di lettori annullarono il loro abbonamento al giornale. Quindi, certo, la prima reazione all'horror è uno stato di shock. A distanza di anni, la gente può cogliere le metafore. Con Guts la gente comincia col ridere. Poi, quando vedono dove arriva il racconto, si agitano terrorizzati. A volte, svengono addirittura. Alla fine, il racconto concede loro la possibilità di esplorare ed esprimere i loro stessi racconti horror più reconditi. Adesso, dopo ogni incontro di lettura, mi imbatto in una dozzina di persone, ansiose di raccontarmi storie molto più oscure e sconvolgenti di Guts”.

Guts mette insieme tre storie reali che Palahniuk aveva ascoltato (spingendolo a pregare per anni prima di salire a bordo di un aereo, come egli stesso afferma, “Dio, ti prego, fa che questo aereo non si schianti perché sono l'unico tra i Tuoi figliuoli a conoscere questi tre racconti magnifici”). La masturbazione, in una vasta gamma di forme, e la mutilazione fisica sono il perno del racconto. È disgustoso senza alcun dubbio, (senza essere prude – leggetelo), sebbene il sottoscritto non sia svenuto. E piuttosto che inorridito alla fine del racconto, ho provato un strana sensazione di tristezza mista a empatia. Empatia verso un personaggio che aveva fatto qualcosa che non avrei mai voluto fare. “Leggendo le lettere che ho ricevuto, – risponde Chuck, confermandomi che non sono il solo, – molti hanno trovato che il racconto fosse il più divertente e nel contempo il più triste mai letto. La fine è incredibilmente straziante, quando il padre chiama suo figlio 'il cane di famiglia'. È la stessa tristezza che Jackson raggiunge quando i bambini in La Lotteria aiutano a lapidare la madre fino alla morte.”

Quest'anno Stephen King ha scatenato un finimondo nel mondo letterario americano a) con la Medaglia per l'Illustre Contributo alla Letteratura Americana, conferitagli dall'American National Book Foundation, e b) affermando che c'è un certo elitarismo quando i critici separano il lavoro tra narrativa letteraria e popolare (ha chiesto: “Si guadagnano più punti nella sfera accademica e sociale per non stare al passo con la propria cultura?”). La risposta di Palahniuk al dibattito è una buona conclusione, come d'altronde qualsiasi altra sua risposta. Ribadisce ancora il fatto che i racconti, per quest'autore americano, sono molto più di sangue e budella. “Lungi da me il giudicare chiunque altro come 'letteratura'. La maggior parte della letteratura mi rompe le palle. Ma dammi una buona narrazione e me ne sto felice e tranquillo. King è un bravo narratore, ed il suo successo ne è la prova. Considera che i suoi racconti rispondono a necessità differenti. Alcune persone cercano il benessere. Altri vogliono il confronto. Altri vogliono che una storia sia emozionante, ma altri ancora vogliono un sedativo. Io, voglio rimanere scioccato e beato, e forse un po' traumatizzato. Quando leggo, quando dedico così tanto tempo alla lettura e faccio questo sforzo, voglio essere cambiato – trasformato – dal racconto. E quando lavoro su un racconto, voglio essere una persona fondamentalmente diversa nel momento in cui scrivo: 'fine'. Ciò che volete da un racconto è probabilmente ciò che volete dalla vita.”

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