Non ci resta che sperare nella cicogna. Riflessioni sulla legge che regola la PMA in Italia.

Inoltre, molti hanno individuato nel divieto della soppressione degli embrioni un chiaro presagio della volontà della maggioranza parlamentare di andare ad intaccare la legge 194, ovvero la legge che sancisce la legalità dell'aborto volontario. Quel che pare evidente è che la 40/2004 e la 194/78 rappresentano quanto meno una dicotomia, in termini di status giuridico del concepito.

L'Articolo 14 e il 13, che proibisce la ricerca clinica e sperimentale sull'embrione con finalità che non siano di diretto beneficio all'embrione stesso, pongono inoltre, in sostanza, un netto limite ad un tipo di ricerca, quella sulle cellule staminali, che oggigiorno è considerata di fondamentale utilità nella lotta contro malattie tipo l'Alzheimer, il morbo di Parkinson, il diabete. Questo è certamente un argomento molto delicato e complesso dal punto di vista etico sul quale esiste un dibattito molto acceso in ambito scientifico.

Una delle introduzioni positive, almeno in linea teorica, operate dalla 40/2004 è forse quella dell'obbligarietà del consenso informato da parte delle coppie che decidono di sottoporsi a PMA (Articolo 6), cioè i due partner devono essere sufficientemente informati sulle implicazioni sanitarie, psicologiche, bioetiche e finanziarie della procedura cui vanno incontro. Purtroppo però anche qui i legislatori si sono lasciati andare a definizioni e norme non condivisibili, come l'obbligo, da parte del medico, di prospettare alla coppia 'la possibilità di ricorrere a procedure di adozione o di affidamento ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, come alternativa alla procreazione medicalmente assistita. Sebbene molti ginecologi siano delle persone molto umane e umanitarie, non è giusto né efficace investire questa categoria di un compito proprio di psicologi, sociologhi, giudici, assistenti dell'infanzia, ecc.Quelle dell'adozione e dell'affido sono scelte molto difficili, con un iter burocratico e personale che però non necessariamente hanno qualcosa a che spartire con la FIVET e le altre tecniche di riproduzione assisitita.

L'Articolo 6 presenta un'altro aspetto considerato discutibile, in quanto non chiaro, per lo meno in assenza delle prospettate linee-guida ministeriali: “La volontà di entrambi i soggetti di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita …… può essere revocata da ciascuno dei soggetti indicati dal presente comma fino al momento della fecondazione dell’ovulo”. E se la volontà o le condizioni di accessibilità alla PMA cambiano dopo la fecondazione che succede all'embrione, alla donna, al medico? L'Articolo 12 prospetta sanzioni al medico che sottopone a PMA coppie non conviventi o non entrambi viventi: ma a quali alternative si troverà davanti quel ginecologo che ha in cura una donna che muore o rimane vedova all'indomani di una fecondazione in vitro ma prima dell'embrio-transfer?

Un'ulteriore norma che rivela la superficialità di questa legge è quella che nega alla madre del nato a seguito di PMA di usufruire del diritto di tutte le madri di non essere nominate al momento del parto, diritto peraltro sancito dal decreto 396/2000 del Presidente della Repubblica. Non è infatti chiaro come il personale ospedaliero della struttura dove la donna partorisce possa verificare se il/i partorito/i siano frutto di una PMA o di un canonico rapporto sessuale. Lo Stato si ripropone forse di tenere un registro delle donne che si sottopongono a PMA per distribuirlo poi ai reparti maternità di tutta Italia, magari corredandolo di foto segnaletiche?

Quello che ancora riesce a colpirci di questa nostra società è come lo sputo di Totti al difensore danese faccia il giro di tutte le emittenti televisive, i media nazionali e stranieri, i bar dello sport e quelli degli aperiti alla moda, i sagrati delle chiese, le aule scolastiche e dei tribunali, mentre di questa legge malfatta e poco chiara solo pochi 'addetti ai lavori' ancora discutono, a distanza di soli pochi mesi dalla sua messa in vigore. Dove sono oggi quelle pasionarias che ai tempi della legge sull'aborto protestavano a colpi di 'l'utero è mio e me lo gestisco io'?

I Radicali di Emma Bonino e qualche altra Associazione laica di settore si danno da fare a raccogliere firme per poter indirre un referendum abrogativo; ci sono però altre persone e Associazioni che preferirebbere cambiare la legge piuttosto che abrogarla o altri che non credono nello strumento referendario, e quindi, se pur contrari all'applicazione della 40/2004, non sostengono la raccolta di firme dei Radicali.
La sinistra italiana, considerata in molte analisi, e qualche volta a torto, laica e riformatrice, non si è esposta più di tanto, forse per non turbare i già delicati equilibri che si trova ad affrontare nel tentativo di trovare una coesione fra le varie forze dell'Opposizione. Se la legge 40/2004 ha ricevuto l'approvazione del Senato e della Camera è stato anche 'merito' di quei parlamentari della Margherita, che si sono apertamente schierati con le forze cattoliche e conservatrici fautrici della proposta di legge iniziale.
Si sono invece schierati contro la legge alcuni personaggi di spicco della destra, quali Gaetano Pecorella, Margherita Boniver e Alfredo Biondi (Forza Italia), Rossana Boldi (Lega Nord), Antonio Del Pennino (senatore repubblicano), Alessandra Mussolini (già da quando militava in Alleanza Nazionale), anche se non tutti sostengono il referendum abrogativo proposto dai Radicali.

Le coppie infertili, le Associazioni di settore, i centri in cui si pratica la PMA, le formazioni politiche, e – perché no? – Three Monkeys Online sono in attesa della promessa pubblicazione delle linee-guida, se non altro per avere un quadro più completo dell'applicabilità della 40/2004, anche se non c'è dubbio che questa legge contiene una normativa essenzialmente dettata da considerazioni catto-conservatrici piuttosto che scientifiche e volte al bene della società nella sua interezza.

Ecco perché, al momento, l'unica speranza per chi non ri
mane incinta è aspettare la cicogna. Un tempo almeno si aveva l'alternativa di guardare sotto al cavolo, ma con le coltivazioni GM e i prezzi della verdura, io non mi avventurerei per quella strada…


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