L'escretore di canzoni: Glen Hansard dei Frames a colloquio con Three Monkeys Online


Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

Deprecated: Function get_magic_quotes_gpc() is deprecated in /home/threemon/public_html/it/bwp/wp-includes/formatting.php on line 4411

by

This article originally appeared in the english version of the magazine here.

Il loro album successivo, Dance the Devil, possedeva un sound più consapevole ed era stato prodotto dall’allora chitarrista del gruppo Dave Odlum, che nel frattempo è uscito dal gruppo e si occupa esclusivamente di arrangiamenti, avendo collaborato con i Frames, Mic Christopher, Gemma Hayes, e Josh Ritter. [Dance the Devil] ottenne successo di critica, ma c’erano ovvie ‘differenze artistiche’ tra la band e le etichette. Il lancio indipendente dell’ep I am the magic hand, che conteneva versioni alternative e lo-fi di God Bless Mom e The Stars are Underground, due dei tre pezzi prodotti direttamente da Trevor Horn, suggerì l’insoddisfazione del gruppo per le versioni ‘da radio’ previste dalla casa discografica. Il sentimento era reciproco, e così band ed etichetta andarono ognuna per la propria strada.

Il problema con i Frames, per di una casa discografica, era il fatto che fossero/sono regolarmente riluttanti a produrre un singolo tipo di canzone. Se avessero permesso a Trevor Horn di produrre dodici canzoni sullo stampo di Revelate forse le cose sarebbero state ben diverse dal punto di vista commerciale. Prevedibilmente, non è un’interpretazione con cui Hansard si sente di dissentire: “Ho sempre avuto questo problema con il concetto di arte e commercio. Sai cosa? Ho incontrato molte persone, artigiani, vasai, eccetera, che fanno una cosa alla perfezione, tipo un vaso, e ne trovano la formula e passano il resto della loro vita a fare quella cosa, a riprodurla identica. Passano la vita a riprodurre quel momento di ispirazione in cui si sono imbattuti in un qualcosa di commerciale, che, nel vero senso della parola, li rende ricchi. Poi t
rascorrono il resto della loro esistenza a promuoverla, e ciò per me è un problema, avallare questo.”

E così, in quello che stava diventando ormai uno schema fisso, la band si riunì nuovamente a pianificare il loro obbiettivo successivo. Si trattava dell’album auto-finanziato e largamente auto-prodotto For the Birds [qualche pezzo fu arrangiato dal leggendario produttore Steve Albini]. Sound sobrio, canzoni introspettive e soprattutto totale rifiuto di renderlo rock. L’album si rivelò un successo di critica e di pubblico in Irlanda. Non era solo il riconoscimento dei meriti dell’album in sé, ma anche un esempio significativo del potere della tecnica di marketing del passaparola (le case discografiche dovevano ancora scoprire il concetto di ‘team di strada’). Per anni il gruppo si era esibito in fantastici show dal vivo e aveva prodotto album complessi e dinamici. For the Birds arrivò nel momento ideale per capitalizzare il crescente interesse di pubblico.

Il presente

Il che praticamente ci porta all’attuale Burn the Maps. Registrato a Chigago, con un significativo cambio di formazione dopo che Odlum aveva lasciato il suo ruolo di chitarrista [Hansard e il violinista Colm Mac Conlomaire sono gli unici due membri originali rimasti], l’album segnalò un approccio differente da quello di For the Birds, che, come suggerito dal bassista Joe Doherty a Three Monkeys Online, era meno orientato verso il gruppo e più un caso di ‘canzoni di Hansard con il gruppo di sottofondo’. Ammette Hansard in relazione a Burn the Maps: “Mi sono in un certo senso tirato un po’ indietro rispetto al mio solito ruolo, che era un po’ quello di ‘Van the Man’, con la pretesa che le cose debbano essere fatte a modo mio – la classica posa da cantautore che prima o poi deve tirare fuori la classica battuta ‘è la mia fottuta canzone’ [ride]. Per questo album, ero dell’idea di lasciare che il gruppo si prendesse le canzoni e le mettesse a posto, perché al momento mi piace molto questo gruppo e il modo in cui tutti contribuiscono. Per esempio Sideways Down era una canzone che ho scritto in un paio di minuti, una cazzatina, poi Joe [Doherty, il bassista] se l’è presa e ci ha combinato qualcosa di buono. Underglass era un’altra che non era che un abbozzo e Joe l’ha presa e ne ha fatto qualcos’altro. Fake era un’altra: venti minuti nel giardino di qualcuno e i ragazzi hanno detto ‘yeah questo è un buon pezzo’. Io non pensavo neppure che dovesse stare nell’album, e invece la facemmo uscire come singolo, arrivò in cima alle classifiche in Irlanda e ha stranito il nostro pubblico! Nessuno cui piacciono i Frames ha apprezzato quella canzone. Abbiamo venduto 15 mila copie di quel singolo in Irlanda, che è più di quanto abbiamo mai venduto. Quindi ci siamo ritrovati un nuovo pubblico attraverso una semplice canzone, il che è stato abbastanza bizzarro.”

Per molti, il successo di For the Birds, seguito dalla firma di un contratto mondiale con antirecords, ha spianato la strada.Il piano dovrebbe essere lineare: andare e prendersi la loro ricompensa. “Suppongo che, se potessi avere qualsiasi cosa al mondo,” risponde Hansard, “una sorta di letterina a Babbo Natale, sarebbe la possibilità di andare ovunque nel mondo a suonare in una sala piena di gente, e non necessariamente una stanza pienza di ubriachi che vogliono ascoltare Revelate. In parole povere vorrei avere un mecenate, un seguito in ogni parte del mondo. Quello è il mio scopo, non la storia di essere una rock star. Questo non mi è mai andato bene addosso. Sono d’accordo con te quando dici che For the birds ha aperto una nuova via ai Frames, ed è fantastico, ma sarei proprio sciocco a pensare di poter andare e praticamente aprirci la strada a gomitate, scalare le classifiche o metterci in competizione. Non vorrei farlo. E’ qualcosa che ho sempre odiato, ed è qualcosa che si può percepire continuamente per esempio sulla stampa musicale inglese, dove una band viene messa contro l’altra. Persino le classifiche in sé stanno riducendo la musica al livello di uno sport, dove ci sono vincitori e vinti. Non credo davvero che la musica o l’arte o qualsiasi cosa che comporta della creatività dovrebbe essere messa a confronto. Si può preferire una musica ad un’altra, ma non è una competizione.”

Il sacro e il profano

Secondo me ci sono due tipi di fan nel campo musicale: il primo è il tipo evangelista, il quale, quando si fa prendere da un gruppo, gli augura un successo ‘globale’, il secondo tipo è il purista, che verifica la performance del suo gruppo preferito in base ad una lista di tacite norme musicali. Hansard probabilmente appartiene ad entrambi i tipi. “E’ una cosa strana”, dice a proposito della pressione fra i due tipi di seguito. “La gente vuole che diventi famoso, ma allo stesso tempo non vogliono che accada. E’ capitato anche a me con gli artisti che mi sono piaciuti, quando li adori e loro sono tuoi e basta, poi diventano famosi e non sono più ‘tuoi’. Non è nemmeno questo però,” fa una pausa. “Ad esempio, mi piacevano gli AC/DC quando ero un ragazzino, erano molto famosi ai tempi, quindi a me piaceva un gruppo estremamente commerciale. Eppura adoravo quel gruppo così tanto. Mi ricordo che andai a vederli nell’RDS [N.d.R.: locale per concerti a Dublino] nel 1980, credo, ed ero così contrariato perché c’era chiunque altro, e c’erano persone andate a vedere [con tono incredulo] Y+T! Volevo che si rendessero conto che questi erano gli AC/DC, che capissero fino in fondo quanto tutto ciò fosse speciale e importante per me! Me la sono quasi presa che non si siano voltati tutti dalla mia parte per confermare annuendo in maniera reverenziale ‘questi sono gli AC/DC’! Era solo un concerto in fin dei conti, ma me era una delle prime gig cui partecipavo.”

L’atteggiamento di Hansard nei confronti della musica, del successo e del suo pubblico è complicato e contradditorio, ma pare assolutamente genuino. E’ coinvolto nella promozione e nella vendita della sua musica, nelle assurdità legate alle tournée, alle interviste, alle cerimonie di premiazione, e così via. Ti dà la sensazione di essere felice di suonare sia in uno stadio che in un club, a condizione che ognuno nel pubblico sia un vero appassionato di musica. Molto di tutto ciò deriva da suo concetto di cosa sia la musica e di cosa faccia: “Senza voler sembrare troppo uno con delle pretese artistiche,” dice, “credo che la musica sia fondamentalmente una medicina. Me ne sono reso conto l’anno scorso quando mi sono comprato un i-pod. Tutti nel gruppo ne avevano uno, quindi me lo sono fatto anch’io, ed ho passato una settimana a caricare tutte le mie canzoni sul mio computer e da questo sul coso. Ho pensato che fosse estremamente figo poter avere tutti i miei dischi su questo aggeggio. C’è una funzione sull’i-pod: i brani più ascoltati, e io mi sono reso conto di ascoltare sempre e solo i Radiohead o i Pink Floyd, soprattutto i Pink Floyd. Pur se ho questo apparecchio che mi permette di ascoltare qualunque brano, e ne ho così tanti, ascolto sempre solo quello di cui ho bisogno. A casa metto su qualsiasi cosa, un po’ di Nusrat Fateh Ali Khan, un po’ di Van Morrison mentre preparo la cena, me la cavo con qualcosa di relativamente leggero, ma mentre sono in tournée entro in quello stato in cui ho bisogno del seno di mia madre, in cui stai in posizione fetale. Sei allo sbaraglio, e ti
si assottiglia la pelle, è come se viaggiare consumasse le tue difese, perché la tua anima di solito è rimasta a miglia di distanza, cazzo. Come oggi, poco fa, per un’ora e mezza qui nella stanza d’albergo, mi sembrava di stare per crollare. A quel punto, invece di prender su la chitarra, cerchi la musica che sai ti farà guarire.”

Mentre non si può accusare il gruppo di aver cambiato completamente direzione musicale, alla Radiohead, hanno però incluso, particolarmente negli ultimi due album, brani con un suono un po’ più sperimentale. E’ interessante che Hansard menzioni i Pink Floyd, in quanto sembra ci sia una tendenza del gruppo verso brani più lunghi, più strumentali. “C’è sicuramente in ognuno di noi un lato che ci fa domandare, in studio di registrazione, ‘cosa farebbero i Floyd a questo punto?’. Quando le canzoni vengono a te facilmente, non che lo facciano necessariamente, ma quando le canzoni sono quello che hai, allora si sa come fare. Scrivere la musica o lavorarci sopra è qualcosa di eccitante, di ispiratorio. Credo che sia iniziata un paio di anni fa questa mia passione per la musica strumentale, e questo ha veramente ispirato una canzone quale Santa Maria.”

Santa Maria, da For the Birds potrebbe benissimo essere l’ammiraglia, scusate il gioco di parole, che può portare Hansard nella direzione giusta per il tipo di canzoni che vorrebbe scrivere. Dolce, lirica, sperimentale, dinamica e lunga, è il più lontana possibile da canzoni come Fake o Revelate. L’origine del brano è interessante: “Santa Maria è ben strana. Ci sono diversi tipi di canzoni. Per esempio ieri ero seduto sul bus, e mi giravano dei versi in testa, tipo ‘Tornare a casa dall’ospedale dopo aver tolto i punti’, e pensavo a Il Terzo Poliziotto, o qualcosa del genere, e questo ha bloccato il processo. Poi il verso ‘Voci nei fossati’ ed ho pensato ‘posso lavorarci’ [N.d.T: in inglese punti è stitches e fossati è ditches. Il riferimento al romanzo di Flann O’Brien ambientato primariamente in campagna spiega l’ispirazione del secondo verso]. E’ come un’idea che si impone. Più spesso però, con me, è tenere in mano la chitarra e farmi cadere qualcosa dalla bocca, e mi capita di riuscire a capire che potrebbe funzionare, e da lì mi metto a lavorarci sopra. Con Santa Maria, stavo cercando di scrivere una canzone su Egon Schiele, su di lui e sulla sua ragazza, e su come stavano morendo di spagnola. Volevo cercare di immaginare come potevano essersi sentiti: erano entrambi giovani e appassionati. Ci deve essere stata una buona dose di pazzia. E anche, sapendo di essere un grande pittore, mi chiedevo se a quel punto fosse consapevole della propria leggenda, del fatto se la sua arte gli sarebbe sopravvissuta. Stavo appunto cercando di entrare nella sua testa , perché avevo appena finito di leggere un libro su di lui. E poi il ritornello di Santa Maria mi è uscita dalla bocca, e mi sono accorto che avrebbe funzionato. L’abbiamo scritta a Ventry Harbour, a Dingle, e dopo qualche settimana ho scoperto che ci fu una nave spagnola, chiamata Santa Maria, che rimase intrappolata nella baia e non riuscì ad attraccare, quindi un centinaio di abitanti del Kerry nei primi anni del ‘900 hanno assistito alla scena di questa nave spagnola sballottolata dalle onde per due giorni, il che uccise tutto l’equipaggio a bordo. La casa in cui stavamo registrando l’album era proprio sull’imboccatura della baia, e non sapevo esattamente cosa significasse, ma mi sono sempre piaciuti il linguaggio e l’immaginario religioso, è bellissimo e facile da pronunciare. Poi in seguito ho scoperto tutta la storia, che fu una coincidenza. E’ come avere le antenne rizze e essere fortunati a captare qualcosa. Ti fa felice, se esiste.”

Pages: 1 2 3