Colazione al fiorucci store (milano), di Gemma Gaetani

Il romanzo d'amore all'epoca di Internet: quando la letteratura si veste e si confonde con se stessa e con altre forme espressive, quando la narrazione diventa cinema, televisione, teatro, arte visiva, canzone, musica scritta ed evocata. Quando il vissuto palpitante di una ragazza d'oggi si beve come un flusso di sensazioni e desideri che rompe schemi, certezze, idee, geometrie letterarie consuete e lineari, per costruirsi come un puzzle dove ognuno può incastrare i propri pezzi. Il romanzo di Gemma Gaetani è un'autentica rivelazione, un documento di come si può comporre-scomporre la scrittura e trasformarla in godibile e coinvolgente magma di prosa intrecciata in frammenti, spezzoni, fotogrammi, immagini, visioni, versi, anagrammi, email. Gemma taglia il quotidiano, lo vive addosso, lo indossa, tra Calvine Klein e Ralph Lauren, e insieme lo desidera, cerca di plasmarlo, di farne eco del suo sentire più necessario e vitale.

In quel “sommarsi per poi riviversi di due individui che è l'amore”, l'autrice si rimodella “mentre i giorni coltivano il soggetto”, e Holly-Audrey la guarda appesa al poster del muro mentre va dal suo Tiffany a curarsi le paturnie, in un parallelismo cinematografico simpatico e evocativo. Un romanzo-esperimento, quasi un non-romanzo che vuole farsi provocazione contro gli schemi rigidi ancora troppo presenti, che sembra giocare con tanti generi e stili, cercando lampi di poesia “che dica anche per chi non può” e “che parli vero come il vetro”. Un'onda sussultoria di pensieri liberi, sparsi, frantumati e da rompere, schizzati sulla pagina senza punteggiatura, uniti e divisi da brani, versi, canzoni.

La cultura pop, da Moretti ai Duran, dagli Eiffell all'Ikea, da The Hours a Bukowski, si dilata, si perde, si slarga di parole, di piccoli eventi quotidiani, di imprecazioni, di paure, di delusioni e di slanci di una ragazza che sa ridere del mondo e di sé, e anche del suo nome che fa assonanza con la santa che parlava con gli angeli, santa Gemma Galgani, con la moglie di Dante, Gemma Donati. Bisogna leggere il libro senza orgoglioso snobismo, perché dentro le pagine sparse di questo diario di viaggio di un amore “liquido”, si pescano riflessioni e folgorazioni che meritano la sottolineatura. Perché dietro rotolanti discorsi si cela una travolgente capacità di raccontare umori, dislessie sentimentali, erotismo accattivante, poesia vestita di parole e di graffianti solipsismi. Sentendosi sempre come una Holly in cerca della sua Tiffany, con gli occhi di cerbiatto di Audrey che guardano quelli di Gemma, come in uno avvolgente specchio narrativo e di vita.

Colazione al fiorucci store (milano) è pubblicato da Lain Fazi, Roma, 2006, pp.280, €15