Caos Calmo di Sandro Veronesi

Quarant'anni vedovo. Seppur ricalcato in parte su un film recente (e sicuramente dimenticabile), forse questo sarebbe stato un titolo più adatto del criptico Caos calmo per questo strabordante romanzo. Un romanzo che potrebbe spaventare, appunto, per titolo, mole e argomento impegnativi (il lutto di un uomo che perde la moglie giovane e rimane solo con la figlia decenne e molti sensi di colpa…), ma che invece si legge tutto d'un fiato grazie alla brillante scrittura di Veronesi, e alla sua capacità di giocare con una carrellata di personaggi unici e uno spirito toscano che rende umoristiche anche le situazioni più drammatiche. Basta leggere le prime pagine del libro per restare intrappolati nella sua trama, e andare avanti a capofitto per scoprire come Pietro Paladini sopravvivrà nell'ordine a: un salvataggio rocambolesco di una culona in alto mare, accompagnato da un'erezione memorabile; la morte improvvisa della moglie, o meglio della donna che avrebbe dovuto sposare di lì a cinque giorni, mentre lui era in mare a salvare la culona e non rispondeva al telefonino che gli chiedeva di tornare a casa; la responsabilità di reagire a questo lutto insieme alla figlia Claudia; la forza di resistere alla tentazione di una cognata bellissima, con un fisico da velina e una predisposizione naturale per gli uomini sbagliati (e infatti punita con tre figli avuti da tre uomini diversi, e inopportunamente chiamati Aldo, Giovanni e Giacomo…).

Se in privato Pietro attraversa una fase decisamente delicata, aspettando di vivere e di scontare una sensazione di lutto, di angoscia e di disperazione che non arriva mai, dal lato professionale vive un periodo altrettanto movimentato, poiché la sua azienda sta per fondersi con una grande multinazionale televisiva, al costo di riduzioni del personale e nuovi equilibri al vertice (giochi di potere da cui non rimane escluso, a patto di attaccarsi al carro del vincitore). Con innaturale indifferenza, Pietro trascorre tutte le giornate di un'intera stagione (da settembre a Natale) nell'abitacolo della sua auto, parcheggiata di fronte alla scuola della figlia, e da questa specie di acquario osserva la vita che scorre fuori da lì, in un angolo verde di Milano che neppure sembra metropolitano, e all'occorrenza riceve i suoi colleghi e superiori come in un confessionale, seguendo senza partecipazione le fasi di questa titanica fusione.

Così abilmente congegnata, la struttura del romanzo potrebbe dilatarsi all'infinito, dal momento che l'Audi di Paladini diventa la meta del pellegrinaggio di curiosi e disperati, di attaccabottoni e perfino di conoscenti in vena di sfogo. Per fortuna Veronesi si ferma un attimo prima che le storie diventino troppe o troppo lunghe, e stupisce con un finale in qualche modo 'profondo' che non avremmo mai attribuito a un personaggio come Pietro. Che rimane un personaggio indimenticabile per humour, umanità e schiettezza (i suoi dettagliati racconti di erezioni e pompini sono 'sinceri' tanto quanto l'ammissione di non riuscire a disperarsi per la morte di Lara), e infatti siamo pronti a scommettere che Caos calmo diventerà presto un film, ma che forse un po' delude per l'insistenza sulla descrizione di un certo ambiente alto-borghese, con casa al mare – nonno con badante in Svizzera – navigatore satellitare, a discapito di un tempo e di una società in realtà molto più tristi e magri.

CAOS CALMO, di Sandro Veronesi – Bompiani, pp. 451, euro 17,50