America: da colonia a superpotenza. Parte III: 1929-1960

L’ascesa di Franklin D. Roosevelt

In una settimana, questa nazione, dopo aver perso fiducia in tutto e in tutti, l’ha ritrovata nel proprio governo e in se stessa
[Walter Lippmann, sull’impatto del nuovo governo dei Democratici, 19321]

Come riprendersi dalla crisi del 1929 era un problema che coinvolgeva l’intera classe politica americana. Gli interessi del mondo della finanza, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero dovuto mantenere il Gold Standard Act (N.d.T.:legge che prevedeva l’oro come valuta standard negli USA), trovarono un sostenitore nel presidente Hoover. Egli invocò l’intervento federale a sostegno delle banche e dell’industria, senza però potenziare il medesimo intervento anche a livello locale. La situazione era disastrosa: la disoccupazione era alle stelle, le famiglie pativano la fame e il crimine dilagava. Nell’estate del 1932 il partito repubblicano rinominò Hoover presidente e Charles Curtis vice presidente. I democratici scelsero il governatore di New York Franklin D. Roosevelt.

Roosevelt era un lontano parente di Theodore Roosevelt. Colpito dalla poliomielite nel 1921, rimase privo dell’uso delle gambe. La malattia non ostacolò però la sua carriera in politica che lo portò ad essere eletto governatore di New York. Roosevelt poté contare sul sostegno dei democratici tanto del nord quanto del sud, sanando così la spaccatura che divideva il partito dal 1924. Durante la sua campagna elettorale, mirata al recupero dell’economia, cominciò ad elaborare il New Deal. Promise il suo appoggio alle vittime della Grande Depressione, oltre ad una più severa regolamentazione dei servizi pubblici e al loro potenziamento a livello federale. Durante i suoi comizi elettorali rimase tuttavia nel vago, per non alienarsi il consenso delle maggioranze. Il fascino e l’eloquenza di Roosevelt erano in netto contrasto con i toni tetri e la visione pessimistica del presidente Hoover, il quale enfatizzò il suo impegno nel pareggiare il bilancio e nei confronti del Gold Standard Act e difese il suo operato attaccando senza scrupoli il suo avversario. L’opinione pubblica, però, non lo appoggiò. Roosevelt ottenne la carica e il radicalismo fu sconfitto (i socialisti ottennero 881,951 voti mentre i comunisti solo 102,785). Roosevelt conquistò oltre il 57% dei voti popolari vincendo il collegio elettorale per 472 a 59. I democratici ottennero anche una larga maggioranza in entrambi i Congressi. La fiducia accordata a Roosevelt, un netto segno di protesta nei confronti dell’amministrazione precedente, era un’evidente richiesta di cambiamento, anche se la natura di questo cambiamento non era chiara né agli elettori né al vincitore. Roosevelt conquistò anche l’ovest rurale e il sud, perdendo solo in sei stati, tutti nel nord est del paese.

Il New Deal

Confidiamo anche nel principio secondo cui molti uomini che possiedono poco costituiscono un mercato assai migliore di quello costituito da un solo uomo che possiede tanto e da tutti gli altri che non hanno niente.[The Blue Eagle from Egg to Earth, di Hugh Johnson, 1935, sul principio alla base del New Deal2]

Roosevelt fu influenzato dal progressismo e dall’operato dei suoi due predecessori, Theodore Roosevelt e Wilson. Era un sostenitore dell’intervento del governo nel migliorare le condizioni sociali generali e, grazie alla sua flessibilità, fu aperto ad alternative diverse. L’Agricultural Adjustment Act (A.A.A.) del 1933 stabilì che il ministero dell’Agricoltura incrementasse le entrate agricole controllandone la produzione. Agli agricoltori furono offerti appositi finanziamenti se avessero accettato di adeguare il loro raccolto al piano nazionale. Mentre la produzione cominciò, di conseguenza, a calare, i prezzi salirono. Il National Recovery Administration (il Ministero per la ripresa nazionale), istituito grazie al National Industrial Recovery Act, aveva lo scopo di abbattere la disoccupazione e rigenerare l’industria. Il 18 aprile del 1933 il presidente abolì ufficialmente il Gold Standard Act. Durante questi Cento Giorni iniziali dell’amministrazione Roosevelt, furono passati al vaglio del Congresso quindici importanti progetti di legge.

Questo flusso di intensa attività fece guadagnare al presidente la fiducia dell’opinione pubblica. Nelle elezioni del 1934 i democratici rafforzarono la loro influenza sul Congresso mentre ai repubblicani rimase il controllo di soli sette stati. Ma non tutto andava a gonfie vele. Nel 1935 l’economia era ancora sofferente e Roosevelt si trovò di fronte un potente avversario politico, ossia la Corte Suprema, che non riconosceva la costituzionalità dell’abolizione del Golden Standard Act e che, in svariate occasioni, si oppose ai piani di gestione del pubblico di Roosevelt. Inoltre la Corte Suprema riteneva incostituzionale il National Industry Recovery Act, in quanto concedeva eccessivo potere all’esecutivo. Benché il New Deal faticasse ad affermarsi, si assistette ad una rivoluzione costituzionale, in seguito alla quale il governo poté regolamentare legalmente l’economia.

Roosevelt cominciò a spostare il proprio interesse dal benessere della nazione alle riforme sociali. Il Congresso istituì il Work Progress Administration, che prevedeva un sussidio per i disoccupati. Il Wagner Labour Relations Act del 1935 regolamentò, tramite l’istituzione del National Labour Relations Board, il diritto del lavoro. Il Resettlement Administration fu invece istituito per riabilitare i piccoli proprietari terrieri, che non avevano beneficiato dell'A.A.A. Nell’agosto del 1935 il Congresso approvò il Social Security Act e, grazie al Social Security Board, istituì un piano nazionale di contributi ad anziani e sopravvissuti e un piano federale di indennizzo per la disoccupazione. Grazie a tutte queste riforme gli Stati Uniti si avviavano a diventare un vero e proprio stato sociale. Il New Deal si stava dimostrando provvidenziale per gli strati più poveri della popolazione e per le organizzazioni sindacali dei lavoratori.

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