Alle pendici del Cotopaxi – La Fiesta de La Mama Negra, Latacunga, Ecuador

E' comunque una vivace cittadina con un mercato pieno di vita, e, quando arriviamo noi, il 22 di settembre, ci sono veramente pochi gringos in giro. C'è una certa incertezza nell'aria quando chiediamo alla gente del posto quando inizia il Festival de la Madonna de la Merced, il nome ufficiale della Fiesta. Ci meravigliamo [che non lo sappiano], poiché tutte le guide riportano come data in cui si dovrebbe svolgere il festival ogni anno, il 23-24 di settembre. Ci viene il dubbio di esserci magari sbagliati, o, in vena più paranoica, che la gente di proposito cerchi di confondere le idee a questi due gringos rimbambiti. A dispetto di tutto, restiamo qui, a goderci il sole tiepido che a questa quota abbaglia la vista, e a fare tutte le cose che i turisti trovano il tempo di fare in una città non turistica, tipo controllare la posta elettronica, portare il sacco della biancheria sporca in lavanderia, e in generale, fermarsi un attimo per riprender fiato. Per quanto possa apparire squallida di primo acchito, Latacunga possiede un suo fascino particolare, e io mi affeziono in fretta a questo paesotto ed al suo mercato, sia mentre me ne sto seduto al parco pubblico ad osservare le famiglie del posto che fanno la fila per farsi fotografare, sia quando mi accomodo al baretto locale a bere cerveza.

Ed eccoci alla domenica mattina: l'eccitazione si fà palpabile, bambini che scorazzano rumorosamente in strada, tutti si dirigono verso una delle piazzette da dove dovrebbe partire la processione. Le origini del festival non sono chiare, tra le teorie c'è quella per cui sia scaturito dalla combinazione di due eventi: al tempo delle colonie, era pratica diffusa fra i colonizzatori quella di importare schiavi neri per farli lavorare nelle miniere. Un drappello di tali schiavi fu condotto a lavorare nelle vicine miniere di Sigchos. L'arrivo di questi schiavi dalla pelle scura impressionò notevolmente la popolazione indigena locale, che in risposta 'mise in scena' la lora presenza in una rappresentazione, collegandola all' eruzione, particolarmente violenta, del Cotopaxi nel 1742. E così il festival of La Virgen de las Merced, una celebrazione in onore della Madonna per chiedere protezione dal vulcano, si trasformò in una processione che festeggiava la Mama Negra.

Forse come spiegazione non è molto convincente, ma del resto la maggior parte delle persone riunite in piazza a ballare e cantare alle 11 della mattina non sembrano aver bisogno di tante spiegazioni. Si tratta di una sfrenata esplosione di colore, musica, ballo e travestimento incrociato! Nell'apparenza è una festa cattolica, con una messa che dà il la a tutta la cerimonia, ma in concreto è un brillante esempio del cosiddetto 'sincretismo' religioso che pervade tutta l'America Latina. Durante la Conquista spagnola, piuttosto che soccombere a morte violenta, molti si convertirono al Cristianesimo, ma i cattolici in America Latina hanno mantenuto non poche delle loro tradizioni pre-colombiane. La prima cosa che mi colpisce avvicinandomi alla folla è il movimento. Ogni persona ondeggia e si muove al suono prodotto da una banda di ottoni, seguendo una melodia che diventerà la colonna sonora di tutta la giornata. La musica non è una vera e propria marcia e neanche lontanamente ricorda quella musica priva di ritmo che normalmente assocerei ad una banda di ottoni, forse a causa dei troppi film sulle tristi miniere inglesi che ho visto! Al contrario è una musica vibrante e contagiosa, un richiamo quasi narcotico ad ondeggiare spostando il peso da un piede all'altro. Fino a questo momento mi sembrava di ravvisare diverse similitudini tra le cultura andina e quella irlandese – entrambe culture povere, basate sull'agricoltura, dove la parola cibo indica 'carne e due contorni' ed entrambi i contorni sono patate! – ma ora, osservando gli uomini e le donne del posto che marciano/danzano (perché è in fondo la stessa cosa), mi colpisce la differenza [fra le due culture]. Certo, non stiamo parlando di ballerini di samba brasiliani, ma c'è comunque una fluidità di movimento a tempo con la musica e con
gli altri danzatori, una fluidità che il mio corredo genetico irlandese non possiede!

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