L'escretore di canzoni: Glen Hansard dei Frames a colloquio con Three Monkeys Online


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This article originally appeared in the english version of the magazine here.

<b>This is a translation of the original interview.  </b>

Bombardare chiunque per mezz’ora con domande volte a rivelare le sue motivazioni e la sua identità inevitabilmente porta a qualche contraddizione, ma un’intervista a Glen Hansard, il principale autore delle canzoni del gruppo irlandese dei Frames, riesce a produrne anche di più. Non è che lui sia confuso o disorientante, è proprio il contesto in cui lui e i Frames operano ad essere alquanto bizzarro.

Ci ritroviamo a parlare nel bar di un hotel in una cittadina italiana di provincia [N.d.T.: l’intervista si è svolta a Gualtieri, Reggio Emilia], un paio d’ore prima del concerto di chiusura di una tournée ‘esplorativa’ in Europa. “Mi sono fatto prendere dall’opprimente sensazione di essere troppo vecchio per queste cose”, ride Hansard, riferendosi ad una gig gratuita registrata per la televisione un paio di sere prima, a Milano. “Ci ritroviamo in certe situazioni”, continua, “che sono situazioni in cui un gruppo appena formato dovrebbe trovarsi, non un gruppo che è in piedi da così tanto tempo. In altre parole, siamo passati di grado, non siamo più principianti, siamo andati avanti.” Eppure, con il lancio mondiale del loro ultimo album Burn the Maps, sono diventati proprio tali, apprendisti, anche con quattordici anni di esperienza sulla spalle e un repertorio di canzoni che ne hanno fatto uno dei gruppi favoriti in Irlanda.

Il concerto quella sera si sarebbe svolto in una discoteca gigante, dotata di effetti tecnologici e una miriade di schermi, ma pur sempre una discoteca. L’occasione è pure una “British Night”, un appuntamento settimanale a base di brit-pop. Ingaggiare una rock band irlandese, la cui melodia è influenzata maggiormente da Radiohead e Van Morrison che da Oasis o Blur, e chiedere loro di esibirsi in un locale addobbato con festoni di bandierine britanniche provocherebbe una reazione decisa da parte di un gruppo di ‘apprendisti’. I Frames invece sbuffano ma vanno avanti. Un locale è un locale, e una possibilità di esibirsi è una possibilità di esibirsi.

Il passato

Il gruppo fu fondato a Dublino nel 1990 da Glen Hansard, un giovane cantautore ai tempi in possesso di un ingaggio con la Island Records. Il loro primo album, Another Love Song, non infiammò il mondo e il gruppo fu scaricato senza troppe cerimonie (un itinerario questo comune ad un certo numero di gruppi irlandesi negli anni ’80 e ’90).

Another Love Song>”, dice apertamente Hansard, “era il prodotto di un uomo molto giovane, che firmò il primo contratto capitatogli. Si dà il caso che fosse un contratto orribile. Si dice che i pugili e i musicisti siano le due categorie più abusate nel mondo dell’intrattenimento, in quanto quello che vogliono è solo salire sul ring e battersi; ed è vero. Un contratto era tutto ciò che volevo. Quando vidi il contratto, non pensavo al denaro. Vedevo solo un palco immenso e un sacco di gente. Io, la mia chitarra, le mie canzoni [ride con gli occhi sgranati]. Vedevo solo l’opportunità di buttarmi e diventare Bob Dylan, che era il motivo per cui avevo abbandonato la scuola. Mi sono buttato e ho fatto i miei errori! Volevo come produttore il tizio che si era occupato di Surfer Rosa, ma neppure sapevo come si chiamasse. Conoscevo i Pixies, e mi piaceva da impazzire quel disco, ma non sono mai stato il tipo che legge i risvolti di copertina o che sa il nome del bassista di Neil Young in Harvest. Mi hanno detto ‘possiamo avere il tizio che ha prodotto Doolittle‘ [N.d.R.: Gil Norton] e io pensai: bene. Ma tutte le mie canzoni erano canzoni country, o meglio [si corregge] folk. Sono cresciuto con Bob Dylan, Leonard Cohen e Van the Man [N.d.R.: Van Morrison], quindi stavo facendo un errore di base volendo incidere un album rock come primo album, perché non sapevo come si facesse a scrivere canzoni rock. Non erano parte del mio vocabolario, a quei tempi.”

Dopo essere stati scaricati dalla loro etichetta, i componenti del gruppo si leccarono le ferite e continuarono a scrivere e ad esibirirsi. Il 1995 fu l’anno di uscita di Fitzcarraldo, per l’etichetta ZTT di Trevor Horn. Prima di firmare con Horn, uscì una diversa versione dell’album in Irlanda, divenuta ora oggetto di collezionismo. Se Another Love Song era stato una falsa partenza, Fitzcarraldo fu un ritorno alla grande. Canzoni quali Revelate e Monument fondono la sensibilità poetica di Hansard con un sound più robusto e inequivocabile. Il gruppo aveva incorporato il rock nel proprio vocabolario. Mentre rimane uno degli album preferiti per i fan, [Fitzcarraldo] è anche un album che riesce a sconcertare Hansard: “Quando ero giovane, c’era una buona dose di disperatione; era tipo un inno. C’è stato un punto, quando ho compiuto 31 anni, in cui mi sono voltato indietro, ho ascoltato Fitzcarraldo e mi sono chiesto ‘ma che mi aveva preso?’ [ride]. Di cosa avevo una tale fame? E’ buffo, man mano che cresci e invecchi, la tua ambizione si affina e si purifica fino a che ti rendi conto che tutto ciò che un uomo desidera veramente è avere dei figli che siano orgogliosi di lui. Credo di aver intrapreso quella strada, che ti porta a desiderare una buona moglie, una bella casa. Vuoi essere capace di provvedere dei pasti decenti e così via. Non sono ancora a questo livello, ma mi piace parlarne perché so che mi ci sto avviando. So che ad un certo punto lo realizzerò.”

Il sound inneggiante e degli spettacoli dal vivo ‘feroci’ (clichés coniati da vari giornalisti musicali) erano indici di un futuro radioso per la band. Ai loro concerti dublinesi si sentiva dire partecipassero anche star di Hollywood tipo Matt Dillon. Un video ‘economico’ realizzato per Revelate ottenne la nomination come miglior video su MTV Europa. Le cose sembravano andare per il meglio.

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