La Cronista delle Catastrofi – un colloquio con Åsne Seierstad, giornalista ed autrice del libro Il Libraio di Kabul.

Ha constatato in prima persona lo svolgersi degli eventi in tutti e tre i conflitti. Qual è stato quello che l'ha maggiormente colpita?

“Quello della Cecenia – forse perchè ero molto giovane ed ero alla mia prima vera esperienza. Per giunta è stato davvero terribile in quanto sono stata testimone della distruzione di un'intera popolazione. Quando ho iniziato il mio servizio giornalistico, la Cecenia era ancora una società funzionante. Adesso quella società è scomparsa ed ha lasciato posto al caos su cui regnano mafia e criminali. Mi piange davvero il cuore.“

Pensa che la scarsità di informazioni su questo conflitto sia dovuta alla minore importanza strategica attribuita al territorio e alla difficoltà di accedervi. A nessun giornalista occidentale è concesso di recarvisi senza una scorta del governo russo. Andarci da soli è estremamente pericoloso e si incorre nel serio rischio di un rapimento. Fra l'altro, l'occidente considera questa tragedia una questione di politica interna russa.

In Norvegia, la Seierstad ha appena dato alle stampe un libro che descrive la sua esperienza irachena e sarà distribuito qui [in Irlanda] il prossimo dicembre. Attualmente si gode le vacanze estive trascorrendo mesi interi “in giro per i boschi e praticando lo sci di fondo. Lo scorso anno sono successe talmente tante cose nello spazio di poco tempo che al mio ritorno da Bagdad ero veramente esausta. Ho dovuto per forza darmi all'oblio. Adesso non riuscirei a tornare a Bagdad”.

Avendo ricaricato le batterie nei boschi norvegesi, il suo prossimo progetto comporta una serie di articoli sull'America. Andrà negli Stati Uniti per cercare di comprendere le dinamiche funzionali di questo Paese. “Non posso occuparmi solo di guerra e distruzione, vorrei dedicarmi ad altre cose e sono molto curiosa di scoprire su cosa è basata la società americana. Penso che anche per noi in Europa sia molto importante capire l'America”.

Da parte mia spero che anche l'America possa ascoltare la sua voce. Åsne Seierstad è una scrittrice potenzialmente capace di raggiungere l'americano medio ed indurlo a riflettere per chiedersi se il proprio paese stia effettivamente alimentando quelle fiamme dalle quali esso stesso potrebbe essere ingoiato.

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